Caso Lombardia Film Commission, chieste condanne dei revisori della Lega

In abbreviato sono imputati Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni per la vicenda del capannone di Cormano acquistato a prezzo "gonfiato". Sentenza il 1° giugno

Il capannone a Cormano comprato come sede della Lombardia Film Commission

Il capannone a Cormano comprato come sede della Lombardia Film Commission

Milano, 4 maggio 2021 - Richieste di condanna, rispettivamente a  4 anni e 8 mesi e a 4 anni, per i due revisori contabili della Lega in Parlamento Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, imputati per peculato e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, davanti al gup di Milano Guido Salvini. Il caso è quello della compravendita di un capannone a Cormano, acquistato dalla Lombardia Film Commission, con la quale sarebbero stati drenati, secondo l'accusa rappresentata dal prcouratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, 800mila euro di fondi pubblici.

La vicenda, che si dibatte in abbreviato (con lo sconto di un terzo sulla pena), è un filone dell'inchiesta milanese sui presunti fondi neri raccolti per il Carroccio e che viaggia in parallelo a un'inchiesta a Genova sui 49 milioni di euro di cui si è persa traccia. Nei confronti dei due imputati, agli arresti domiciliari da settembre, è arrivata dalla parte civile Lombardia Film Commission, partecipata da Regione Lombardia e Comune di Milano e rappresentata dall'avvocato Andrea Puccio, una richiesta di risarcimento danni, anche d'immagine, di circa 1,7 milioni di euro. A cui si aggiungono i 117mila euro chiesti dall'amministrazione comunale, con l'avvocato Marco Dal Toso.

La difesa ha chiesto invece assoluzioni "escludendo l'esistenza e la configurabilità di entrambi i reati".  "Non ci fu alcuna appropriazione indebita di denaro pubblico, ci fu la vendita di un immobile, nessuno si è arricchito e nessuno è diventato più povero", la sintesi.  La sentenza è attesa per il 1° giugno. A processo da solo con rito ordinario c'è invece l'imprenditore Francesco Barachetti, che si occupò sulla carta della ristrutturazione dell'immobile. Mentre in tre, tra cui l'altro commercialista Michele Scillieri e il presunto prestanome Luca Sostegni, hanno già patteggiato. 

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