Lombardia, tempesta contagi: aumentano i posti nelle terapie intensive

L’impatto sul sistema sanitario è atteso la prossima settimana: la scelta è aumentare i letti negli ospedali prima di riaprire la Fiera

La Rianimazione del Policlinico Umberto I

La Rianimazione del Policlinico Umberto I

Milano, 30 dicembre 2021 - La Lombardia prepara le terapie intensive all’eventuale impatto della tempesta di Natale, cioè l’impennata di contagi che secondo l’Oms è effetto della circolazione combinata delle varianti Delta e Omicron del coronavirus, che continua a frantumare record: ieri in questa regione sono stati scoperti 32.696 nuovi positivi, il 15,5% di 209.685 tamponati e un altro numero fuori scala rispetto ai precedenti pandemici, se si pensa che l’Italia intera il 21 dicembre, poco più di una settimana fa, tornava a superare quota trentamila per la prima volta dal novembre 2020 della seconda ondata; ieri in Italia di contagi ne sono stati scoperti 98.020 con un milione 29.429 test (un volume più alto, ma non certo il triplo, degli 851.865 di martedì 21). La provincia di Milano conta 13.650 nuovi positivi in ventiquattr’ore, la città da sola 5.152, ben più del triplo di quelli che registrava l’intera città metropolitana a fine ottobre 2020.

E però non è scontato che gli effetti dei big data di Natale su una popolazione ora coperta per più dell’80%, non vaccinabili inclusi, con un ciclo antiCovid completo, e per circa un terzo con la dose booster siano valutabili in base ai precedenti. Quando ieri a Palazzo Chigi si ragionava sulla rimodulazione delle quarantene, la società scientifica degli igienisti, la Siti, aveva già suggerito di evitarle per i contatti stretti sani vaccinati con tre dosi, o con un primo ciclo o una guarigione da meno di cinque mesi, sostituendole con un’auto-sorveglianza che prevede di indossare la Ffp2 per dieci giorni, proprio basandosi sull’incidenza soprattutto dei non vaccinati sui ricoveri. Ieri c’erano 191 ricoverati col Covid nelle terapie intensive lombarde (due meno di martedì), e 1.831 in area medica, più 133 in ventiquattr’ore: numeri che rappresentano il 12,5% e il 17,5% dei letti a disposizione, e, salvo sorprese altamente improbabili oggi, determineranno il passaggio in zona gialla da lunedì 3 gennaio.

La Regione sta lavorando per alleggerire i reparti dai malati lievi: ieri, su proposta della vicepresidente al Welfare Letizia Moratti, sono stati stanziati 12 milioni di euro per la proroga o l’apertura di Covid hotel e di circa 800 posti per sub-acuti e degenze di sorveglianza destinati a pazienti sia positivi che negativi al virus, oltre a 15 milioni per potenziare i tamponi. Invece la riorganizzazione delle terapie intensive disposta ieri dalla Direzione regionale Welfare, a differenza delle precedenti che hanno incrementato fino a 10.457 letti il plafond dell’area medica, non avrà alcun effetto sulla dotazione di 1.530 posti sulla quale si calcolano le percentuali che determinano le misure di contenimento “semaforico“.

Ma dice qualcosa dell’impatto non devastante, almeno nell’immediato, che si attende sul sistema sanitario dalla tempesta di contagi iniziata a Natale, e in base ai precedenti si dovrebbe manifestare a partire dalla prossima settimana: prima di mettere in campo l’ospedale della Fiera di Milano, in stand-by da giugno ma pronto a riaprire in 48 ore da inizio dicembre, la Regione ha chiesto a 22 ospedali (18 pubblici e 4 privati accreditati) di aumentare di 78 i posti di rianimazione dedicati al Covid, con incrementi da zero a 8 ciascuno (in sette strutture pubbliche e due private la terapia intensiva Corona dovrà essere riaperta), per arrivare a 263 totali.

Che tracciano la linea per l’apertura dell’ospedale del Portello: solo "quando sarà prossima la loro saturazione - chiarisce la circolare del direttore del Welfare Giovanni Pavesi - saranno gradualmente attivati tre moduli da 15 posti ciascuno" in Fiera. Il primo a gestione Policlinico di Milano (responsabile dell’intero ospedale temporaneo), che schiererà 5 anestesisti e 18 infermieri d’area critica e sarà supportato dalle Asst Pini Cto (con 2 medici e 6 infermieri), Rhodense e Ovest Milanese (tre medici e otto infermieri ciascuna). Il secondo modulo sarà guidato dal Niguarda, con 5 medici e 18 infermieri, piccoli aiuti dalle Asst dei Santi e Fatebene-Sacco (un anestesista e tre infermieri ciascuna) e più consistenti dalla Nord Milano (4 anestesisti e 10 infermieri) e dalla privata Città Studi (2 e 6). Il terzo modulo, capofila l’Asst di Monza (5 medici e 18 infermieri) avrà innesti dall’Asst Brianza (3 e 9) e dai privati Multimedica (3 e 7), Casa di cura Igea e Policlinico di Monza (1 e 3 ciascuno). Alle strutture è chiesto di inviare al Policlinico i nomi del personale che andrà in Fiera entro il 4 gennaio.