Logistica, il mercato drogato dalle coop: "Frode fiscale da 102 milioni"

Milano, maxi sequestro per Bartolini e Geodis: "Manodopera da società che non versavano l’Iva"

Milano - I rappresentanti legali di alcune delle cooperative abitano in Romania e, dagli accertamenti, "non hanno mai presentato dichiarazioni fiscali né percepito redditi in Italia". Un 73enne di Calolziocorte (Lecco), formalmente responsabile di una ventina di società nel settore della logistica, risulta iscritto all’Aire e vive a Santo Domingo. Prestanome dietro un business milionario al centro di un’inchiesta della Procura di Milano che, questa volta, ha travolto le multinazionali Brt (ex Bartolini) e Geodis Italia, entrambe in mani francesi.

Emerge lo stesso "meccanismo fraudolento" riscontrato in altri colossi dei trasporti, con un vorticoso giro di "società serbatoio" fornitrici di manodopera che poi non pagano le imposte, chiudono e riaprono con altri nomi. Così i committenti, che hanno visto esplodere il loro giro d’affari durante la pandemia, abbattono il costo del lavoro attraverso appalti al ribasso, con una regolarità solo apparente che droga il mercato. E a pagare il prezzo è l’Erario, oltre ai lavoratori sfruttati, lasciati senza contributi e "costretti a passare da una cooperativa all’altra pena la perdita del posto", come hanno denunciato più volte i sindacati.

Ieri la Guardia di finanza di Milano ha eseguito un sequestro urgente, disposto dal pm Paolo Storari, di circa 102 milioni di euro, pari all’ammontare della presunta evasione dell’Iva attraverso la "somministrazione illecita di manodopera": in particolare sono stati sequestrati 44 milioni a Brt, 37 a Geodis e oltre 21 milioni all’imprenditore Antonio Suma, a capo della galassia di coop e società fornitrici di personale. Ed è solo la punta dell’iceberg perché, annota il pm nel decreto, "è probabile che vi siano altre cooperative con le caratteristiche del serbatoio di personale" oltre a quelle di Suma, che tra il 2014 e il 2021 ha accumulato redditi per oltre 10 milioni di euro. La "gestione di Brt non si distanzia da Dhl e Gls", altre due grandi aziende della logistica finite al centro di indagini a Milano, "anzi sotto più punti di vista il fenomeno pare addirittura più grave".

Sono indagati, per frode fiscale con false fatture per gli anni che vanno dal 2016 al 2021, il ceo di Brt Spa Dalmazio Manti, Giorgio Bartolini e la stessa società (controllata dalle Poste francesi) per la legge sulla responsabilità amministrativa. Azienda che nel 2021 ha avuto un volume di affari di oltre 1,7 miliardi di euro. Indagati, oltre ad Antonio Suma, anche l’amministratore delegato di Geodis in Italia Fabrizio Airoldi, il suo predecessore Francesco Cazzaniga e la società. Dagli atti emerge anche che da almeno due delle cosiddette società 'filtro', che fornivano manodopera a Brt, sarebbero "transitati" oltre 3.100 lavoratori, "il 60% della forza lavoro complessiva". Una schema che si ripete, sempre sullo stesso spartito: "Tutte le società riconducibili a Suma presentano rilevanti volumi di fatturato e omettono sistematicamente il versamento ai fini Iva".

 

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