Loggia Ungheria, nuova grana Il Csm: "Trasferire Storari"

Il pm che consegnò a Davigo i verbali segreti dell’avvocato Piero Amara rischia di nuovo (prima richiesta già respinta) di dover lasciare Milano

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Il pm Paolo Storari rischia di nuovo il trasferimento d’ufficio. La prima commissione del Csm gli ha aperto la relativa procedura per incompatibilità ambientale e funzionale. Già la scorsa estate, in realtà, su iniziativa del pg della Cassazione Giovanni Salvi sollecitato dall’allora procuratore Francesco Greco, un’altra commissione del Csm (la quinta) esaminò la richiesta di trasferire Storari da Milano e toglierlo dalle funzioni di pm. Ma la conclusione fu favorevole al magistrato, al cui fianco si schierarono con una raccolta firme quasi tutti i colleghi di Procura (mettendosi di fatto contro Greco) a testimoniare che l’incompatibilità di Storari con l’“ambiente“ non c’era proprio. E questo, nonostante il pm ora all’Antimafia debba comunque affrontare un procedimento disciplinare per aver divulgato (consegnandoli all’allora membro del Csm Piercamillo Davigo) i verbali segreti dell’ex legale esterno dell’Eni Piero Amara sulla fantomatica “loggia Ungheria“. Ora questa nuova iniziativa del Csm per un possibile trasferimento di Storari è “tecnicamente“ diversa dalla prima (non più, cioè, direttamente legata alla questione dei verbali) ma andrà a fotografare una situazione “ambientale“ che non sembra affatto diversa da quella di pochi mesi fa. Se non, anzi, per il fatto che il procuratore Greco è ormai in pensione.

Comunque non è la prima iniziativa che viene presa da Palazzo dei marescialli nei confronti dei magistrati che sono stati protagonisti dei contrasti in Procura intorno alle vicende dell’Eni: un’altra procedura pende nei confronti del pm Fabio De Pasquale, pubblico ministero al processo Eni-Nigeria finito in primo grado con assoluzioni per tutti. Sia Storari che De Pasquale saranno ascoltati sulle contestazioni mosse nei loro confronti,durante una trasferta del Csm in programma a Milano a fine gennaio.

Lo scontro in Procura nacque attorno alla gestione dei procedimenti su Eni. Ed era venuto alla luce proprio con la consegna da parte di Storari dei verbali dell’avvocato Amara a Davigo per "autotutela".L’intera vicenda ha dato origine anche a un procedimento penale a Brescia: i magistrati titolari hanno chiesto il rinvio a giudizio per Storari e Davigo, ma a seguito delle dichiarazioni rese da Storari c’è un’inchiesta aperta anche nei confronti di De Pasquale, dell’aggiunto Laura Pedio e del pm Sergio Spadaro (vicina all’archiviazione quella nei confronti dell’ex procuratore Greco). Tutta da giocare poi, sempre al Csm, la partita che riguarda la nomina del successore di Greco a capo della procura milanese.

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