Locate, violentata sulla ciclopedonale: paura e caccia all'aggressore. Il suo identikit

Controlli negli edifici abbandonati e ugno le strade che portano ai centri della logistica

Locate, i rilievi dei carabinieri nella zona in cui è stata violentata la donna

LOcate, violenza sessuale nei pressi della Cascina Nesporedo.

Prosegue la caccia all'aggressore della donna 40enne violentata mentre faceva jogging lungo la ciclopedonale nei pressi di cascina Nesporedo, venerdì scorso, giorno dell'antivigilia di Natale. Dopo i sopralluoghi effettuati dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano e della compagnia di San Donato Milanese, che si sono susseguiti anche in questi giorni di festa, i militari stanno effettuando controlli pure nei diversi centri logistici presenti in zona.

Lungo la ciclopedonale, non solo nel luogo dove è avvenuta l'aggressione ma anche nel tratto che porta a San Giuliano. Sotto la lente anche le stradine che attraverso i campi portano a Francolino di Carpiano, Locate e alla provinciale 40. La ciclopedonale, teatro della brutale aggressione, è spesso utilizzata dai lavoratori diretti in questi centri, prevalentemente cittadini stranieri. Le fermate ferroviarie di San Giuliano, che si trova il termine della ciclopedonale, e di Locate, accolgono ogni giorno decine di lavoratori che per raggiungere i capannoni industriali la percorrono a piedi o in bicicletta. E non è escluso che la vittima sia stata seguita per un tratto prima di essere aggredita.

Le indagini proseguono anche in tutte quelle aree ed edifici abbandonati che abbondano nella zona. In particolare la zona periferica che va da Locate alla Binasca dove si trovano almeno una decina di aree dismesse da anni come una ex officina meccanica, un albergo ristorante, un pub e una serie di attività commerciali chiuse. Tutti locali che spesso la notte accolgono sbandati, e senza tetto.

A essere ricercato è un giovane, di circa 20 anni, altri 1,70, con inflessione straniera verosimilmente nordafricana, carnagione olivastra, capelli ricci corti sulla nuca e sulle tempie e più lunghi sulla testa, barba quasi non presente e con indosso un pile a collo alto bianco con cerniera e decorazioni blu. Questo a quanto raccontato dalla vittima ai militari.

 

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