Lobby nera: indagati Ciocca, Bastoni e Valcepina

Si allunga l’elenco dei politici coinvolti nell’inchiesta per finanziamento illecito e riciclaggio. Per alcune posizioni si profila l’archiviazione

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di Andrea Gianni

L’elenco degli indagati per la presunta “lobby nera“ si allunga, anche se per alcune posizioni la Procura potrebbe chiedere l’archiviazione. Spuntano i nomi di altri politici lombardi - l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca, il consigliere regionale, sempre del Carroccio, Massimiliano Bastoni e la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Chiara Valcepina - fra gli indagati nell’inchiesta milanese aperta nei mesi scorsi, per finanziamento illecito e riciclaggio, scaturita dall’indagine giornalistica di Fanpage anche su presunti fondi neri per la campagna elettorale di Fdi per le amministrative milanesi dello scorso ottobre. Ciocca, Bastoni e Valcepina erano fra i politici coinvolti nell’inchiesta del giornalista che si è infiltrato per tre anni nella “lobby nera”, facendo finta di essere un uomo d’affari in cerca di referenti.

Inchiesta che si era conclusa con la consegna di un trolley. All’interno, però, invece della somma di denaro concordata, il cronista aveva messo copie della Costituzione e libri sull’Olocausto. Sono otto gli indagati in totale, come risulta da una richiesta al gip di proroga delle indagini firmata dal pm Giovanni Polizzi. I nomi di Ciocca, Bastoni e Valcepina si aggiungono a quelli degli indagati che già erano noti: Roberto Jonghi Lavarini, detto il “barone nero“, l’eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza, il commercialista Mauro Rotunno, l’esponente di Lealtà Azione Riccardo Colato e Lali Panchulidze, presidente dell’Associazione culturale internazionale ecumenica cristiana Italia Georgia Eurasia. Sarebbe stata lei, stretta collaboratrice di Roberto Jonghi Lavarini, ad andare all’appuntamento, il 30 settembre scorso in una via del centro di Milano, per ritirare il trolley, osservata a distanza dallo stesso “barone nero“. Le indagini (che hanno portato anche a perquisizioni e sequestri di materiale al vaglio della Gdf) puntano a verificare se le parole dei “protagonisti“, filmati a loro insaputa da Fanpage, erano solo millanterie oppure descrivevano un “sistema”.

C’e’ da vedere, poi, se si possono configurare reati anche per il caso della valigia, con la figura dell’ “agente provocatore”: le difese ne parlano come di un cosiddetto "reato impossibile". A quanto si è saputo le indagini, dopo gli ultimi accertamenti necessari (da qui la richiesta di poter indagare per altri 6 mesi), potrebbero concludersi, almeno per alcune posizioni, con una richiesta di archiviazione.

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