Linea dura sui dehors fuorilegge: "Sospensione fino a cinque giorni"

La Giunta: Cosap gratis prorogata fino al 31 dicembre, ma anche sanzioni accessorie per chi fa il furbo

Un locale vuoto

Un locale vuoto

di Massimiliano Mingoia

Linea dura del Comune contro quei commercianti che non rispettano le regole per i dehors, i tavolini e le sedie aggiunti davanti ai loro bar, ristoranti e locali per garantire il distanziamento sociale anti-contagi da coronavirus. Certo, il Consiglio comunale ieri ha approvato la delibera che proroga dal 31 ottobre al 31 dicembre l’esenzione dal pagamento della Cosap per tutte le attività commerciali che dalo scorso maggio in poi hanno chiesto di avere più spazi su marciapiedi, strade, aree pedonali e parterre alberati, ma non intende più far sconti a chi fa il furbo, ad esempio mettendo dehors e tavolini pure dove non ha l’autorizzazione per farlo.

I contenuti della delibera, al netto del coprifuoco dalle 23 alle 5 per tre settimane, sono stati illustrati qualche ora prima del Consiglio dall’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran durante l’apposita commissione: "Le sanzioni economiche per i commercianti non si sono rivelate un disincentivo sufficiente" per far rispettare le regole dell’occupazione di suolo pubblico per le 2.380 concessioni autorizzate negli ultimi cinque mesi. "La sospensione della concessione del suolo pubblico ci aspettiamo che abbia maggior effetto", aggiunge l’assessore. Nelle slide presentate in commissione, che riassumono la delibera, si legge che "in caso di disturbo alla quiete pubblica o grave pregiudizio alla sicurezza pubblica e al decoro urbano, le competenti autorità applicano: al primo accertamento la sospensione fino a 3 giorni della concessione di suolo pubblico temporanea leggera rilasciata; al secondo accertamento la sospensione per 5 giorni; al terzo la decadenza della concessione di occupazione".

Non solo. Perché restano in vigore, naturalmente, tutte le regole anti-assembramento da Covid. "In caso di violazione di divieto di assembramento, anche mediante occupazione di spazi eccedenti la proprietàconcessione dell’esercizio in questione, o comunque siano violate le disposizioni legislative dettate in materia di prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-19 – si legge ancora nelle slide – l’autorità procedente, potrà disporre la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio per un periodo non superiore a cinque giorni".

La stretta di Palazzo Marino arriva dopo le proteste per la carenza dei controlli nei luoghi della movida, proteste registrate anche ieri in commissione. Il presidente del Municipio 1 Fabio Arrigoni punta il dito contro gli assembramenti in Largo La Foppa: "Il problema è l’asporto delle bevande, non tanto i tavolini in più. Lì si crea una situazione difficilmente controllabile con 500 persone in strada. Cosa dobbiamo mandare, la Celere?". Il leghista Gabriele Abbiati, invece, denuncia "le occupazioni di vie dove gli avventori dei locali si riversano in strada".

Maran, a questo proposito, ricorda che la nuova delibera consente anche ordinanze ad hoc per quartieri o vie dove la movida non rispetti le regole, ma promuove l’esperimento dei nuovi spazi all’aperto per i locali ed elenca alcuni numeri: 60 mila mq di spazi concessi dal 22 maggio al 12 ottobre ("in totale, spazi quasi raddoppiati rispetto ai 78 mila mq concessi prima del Covid"): il 57% sui marciapiedi, il 26% sulle strade, il 9% sulle aiuole e l’8% nelle aree verdi.

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