L’ideologo della Fai al 41 bis A rischio di "fine pena mai"

Dopo i 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione dell’ex ad di Ansaldo Nucleare ora potrebbe arrivare l’ergastolo per il raid alla Scuola allievi dei carabinieri

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Da tre mesi è in sciopero della fame nel carcere di Sassari. E la sua protesta sta diventando (o meglio, è già diventata) la bandiera del movimento anarchico italiano. Alfredo Cospito, cinquantacinquenne originario di Pescara e ritenuto l’ideologo della Federazione anarchica informale (Fai), è stato condannato in via definitiva a 10 anni e 8 mesi di reclusione per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, l’allora ad di Ansaldo Nucleare che la mattina del 7 maggio 2012 fu ferito alla tibia con un colpo di pistola. "Abbiamo azzoppato Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell’atomo", la rivendicazione della cellula "Olga" della Fai, ispirata alla miitante del Fronte rivoluzionario internazionale (Fri) Olga Ekonomidou. Non è finita. Sì, perché Cospito è anche a processo con la compagna Anna Beniamino per l’attentato andato in scena nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006 davanti all’ingresso della Scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo: in quell’occasione, due ordigni artigianali esplosero a distanza di venticinque minuti l’uno dall’altro, ma per fortuna non provocarano né morti né feriti. Cospito, imputato a Torino, è stato condannato in primo grado e in Appello a 20 anni per il reato di strage comune, ma nell’ottobre scorso la Cassazione ha dato mandato ai giudici di secondo grado di rivalutare la pena, in accoglimento del ricorso della Procura generale che ha chiesto la riqualificazione del reato in strage politica.

E a inizio dicembre il procuratore generale Francesco Saluzzo ha chiesto la condanna all’ergastolo per Cospito, inclusi 12 mesi di isolamento diurno. Il verdetto, però, è slittato, perché i giudici hanno inviato gli atti alla Corte Costituzionale, chiamata a esprimersi, come chiesto dall’avvocato difensore Fabio Rossi Albertini, sulla "pena fissa" dell’ergastolo ostativo per la strage politica, in considerazione del fatto che il raid di Fossano si è concluso senza vittime. In attesa del pronunciamento, Cospito resta in cella, dove ha iniziato a scontare i 20 anni già inflitti per il reato del 2006 (aspettando di capire se verranno o meno tramutati in "fine pena mai"). Dal 20 ottobre è in sciopero della fame contro il 41-bis, il carcere duro a cui è sottoposto da diversi mesi: "Non mi arrendo – ha detto l’ideologo della Fai –. Continuerò fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese".

N.P.

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