Milano, il liceo Carducci "sarà smartphone-free". Già al lavoro la commissione salute

Il preside Andrea Di Mario: la nostra battaglia per ritrovare una scuola finalmente libera dai telefonini Le proteste delle mamme al camping senza cellulari: "Sono nativi digitali... servono a socializzare"

Cellulare in classe

Cellulare in classe

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Milano, 16 settembre 2022 - Il progetto è già in cantiere: "Far diventare il liceo Carducci smartphone free". Un’idea alla quale sta lavorando il preside Andrea Di Mario, che oltre ad avere aperto l’anno invitando caldamente i ragazzi a staccare gli occhi dal cellulare per confrontarsi con i compagni faccia a faccia e con i docenti, ha ingaggiato una "Commissione salute" ad hoc, chiamata a raccogliere studi scientifici sul tema prima di calare a terra la proposta, nei dettagli. La decisione presa dalla rettrice del liceo Malpighi di Bologna - dove da quest’anno sia studenti che docenti devono consegnare il cellulare all’ingresso per ritirarlo solo al termine delle lezioni - dà al progetto milanese una spinta in più.

"La condivido in pieno – commenta Di Mario -: lo smartphone è diventato un prolungamento delle persone, spunta ovunque a ricreazione, nell’aula docenti. Non ne faccio tanto e solo una battaglia dal punto di vista disciplinare, ma soprattutto pedagogico". Se ne è parlato anche nell’ultimo collegio docenti e si sta analizzando la questione scientificamente, prima di presentare la proposta al consiglio di istituto e di condividerla con docenti, studenti e genitori. "Andrà risolto anche l’aspetto organizzativo – aggiunge il preside del Carducci –. Non basta ritirare lo smartphone all’ingresso e riconsegnarlo all’uscita. Bisogna anche capire dove mettere 1.300 telefonini, che sono da custodire". E stabilire regole ed eccezioni.

"Non vuole essere una demonizzazione, sia chiaro, abbiamo già in corso progetti digitali, usiamo il cellulare per studiare pure il latino - ricorda Di Mario -, ma è troppo pervasivo, bisogna fare qualcosa. Perché siamo massicciamente bombardati da stimoli esterni, distratti e c’è un problema pedagogico e relazionale da risolvere. Certo è una battaglia difficile da fare anche con i genitori". E lo dice anche da padre, Di Mario: "Questa estate mio figlio ha partecipato a un campeggio ’smartphone-free’ - racconta -. Il primo giorno alcune madri sono impazzite: sono nativi digitali, ripetevano al parroco. Poverini, lasciate il cellulare almeno un’ora per farli distrarre e socializzare. Alla fine è stato raggiunto un compromesso: dieci minuti tra il secondo e il dolce, a pranzo. Queste situazioni stranianti dimostrano come ci sia bisogno di spazi e giorni liberi dal cellulare. La scuola deve affrontare il tema".

Sul telefono "bandito" da scuola anche la piattaforma Studenti.it ha fatto un’indagine ad hoc, alla quale hanno risposto quasi 700 studenti: lo smartphone verrebbe già sequestrato alla prima ora e restituito all’uscita nel 26% delle scuole. Alla domanda "Quando puoi tenerlo ti distrae?", il 36% ha confessato: "Sì". E alla domanda su come viene usato se non ritirato, il 38% ha risposto "per chattare con amici e parenti", il 33% "per svolgere ricerche didattiche durante le lezioni", il 29% lo usa in caso di emergenza.

 

 

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