Lente sul piacere del pane: in Italia ce ne sono 250 tipi

Un mese intero dedicato all’arte bianca a Eataly Milano Smeraldo. Il Ceo Andrea Cipolloni: racconteremo filiera, biodiversità, didattica

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Un mese intero dedicato all’arte bianca, in questo caso all’arte della panificazione.

Dal 6 febbraio al 5 marzo Eataly Milano Smeraldo apre i propri forni al pubblico con una serie di iniziative per raccontare caratteristiche e segreti di un alimento che arriva tutti i giorni sulle nostre tavole.

Patrimonio culturale da promuovere e tutelare, in Italia esistono 250 tipologie di pane che raccontano la storia del nostro Paese.

E’ proprio dal pane che Eataly ha deciso di iniziare un viaggio alla scoperta dei prodotti che fanno parte della cultura gastronomica italiana.

"Durante il corso dell’anno toccheremo alcuni dei pilastri più significativi delle tradizioni del Made in Italy - spiega Andrea Cipolloni, Group Ceo Eataly -. Lo faremo raccontando la filiera, la biodiversità e il nostro lavoro quotidiano attraverso il format unico di Eataly che ingloba opportunità di acquisto e degustazione accompagnate dalla didattica.

Ogni giorno nelle nostre panetterie facciamo il pane con le migliori farine biologiche, lievito madre e lavorazioni artigianali". Appuntamenti, tra corsi e masterclass a tema. Si inizia a "mettere le mani in pasta" martedì 7 febbraio, dalle 7 alle 8.30, con "Il pane all’alba", per provare a infornare e sfornare una pagnotta.

Tra gli appuntamenti domenica 12 febbraio, dalle 15 alle 16.30, "Piccoli chef: il pane", un appuntamento dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni che potranno dilettarsi nella lavorazione di impasti divertendosi. Ed ancora domenica 19 febbraio, dalle 20 alle 22 "L’arte del pane e il lievito madre" dedicata all’arte della panificazione con i Maestri panificatori di Eataly Milano. Pane, ma non solo.

Per tutto il mese Eataly Milano ospiterà un carretto di Taralleria Napoletana fondata nel 1940 a Napoli che racconterà ai milanese l’antica tradizione dei tarallari napoletani: dallo sfrido della lavorazione dell’impasto del pane, unito a sugna, mandorle intere, sale e pepe, e infine l’intreccio. Insomma il primo street-food napoletano per eccellenza.

Roberta Rampini

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