Una legge contro il fumo all’aperto: "La Lombardia può fare da apripista"

La proposta di Garattini

Silvio Garattini, presidente dell’istituto di ricerca Mario Negri

Silvio Garattini, presidente dell’istituto di ricerca Mario Negri

Milano, 22 maggio 2019 -  Una proposta forte, che non mancherà di far discutere: «Una legge regionale che limiti il fumo all’aperto, ad esempio nei parchi, fuori dai ristoranti o nelle stazioni». La prima in Italia. La proposta l’ha lanciata ieri sera a Palazzo Lombardia Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, durante il convegno “Fumo e Ictus”, terza tappa del ciclo di incontri dedicati al mondo della salute organizzati dal quotidiano “Il Giorno” e del mensile “Salus”. Incalzato dal direttore de “Il Giorno”, Sandro Neri, lo scienziato ha affermato: «Negli Usa non si può fumare per strada e neppure sul balcone. Qui si fuma ancora negli stadi». Con la nuova legge la Lombardia potrebbe fare da apripista «per altre regioni, e far recepire alla fine questa esigenza dal Parlamento».

Il tema non è però la repressione: «Più che proibire la legge dovrebbe servire a incrementare la consapevolezza del danno che un fumatore fa a se stesso e alla società». Il fumo di sigaretta raddoppia il rischio di ictus, come dimostrano i maggiori studi internazionali, ma «il 25% della popolazione italiana sopra i 15 anni non è consapevole che il fumo sia un fattore di rischio importante per questa patologia» ha detto Garattini. «Basta una sigaretta al giorno per far aumentare il rischio di malattie cardiovascolari». Neppure le sigarette elettroniche sono una salvezza: «Si pensa che le patologie siano dovute ai processi di combustione, ma la verità è che per le malattie cardiovascolari è la nicotina uno dei fattori principali di rischio. Le nuove sigarette elettroniche sono meno dannose per i tumori ma a causa del loro contenuto di nicotina, talvolta superiore, hanno a che fare con le malattie cardiovascolari, forse ancora di più delle sigarette».

Eugenio Parati, direttore Malattie Cerebrovascolari della Fondazione Irccs Carlo Besta di Milano, ha chiarito: «La nicotina causa una vasocostrizione, la predisposizione alle patologie dei piccoli vasi è notevolmente sollecitata dal fumo». C’è una bella notizia, però: «Se si decide di smettere di fumare il rischio di ictus si riduce a quello di un non fumatore in un periodo compreso fra 5 e 10 anni».

Domenico Inzitari del dipartimento di Neurofarba dell’Università degli Studi di Firenze ha diffuso qualche numero: «Ogni anno tra primo episodio e recidive ci sono 200mila nuovi casi di ictus. La mortalità è molto elevata, attorno al 20%, e il 50% dei colpiti rimane disabile. Questa disabilità residua costa alla società italiana 3,5 miliardi di euro all’anno».

Giulia Veronesi, responsabile di Chirurgia Robotica Toracica e del progetto Smac dell’Humanitas, ha ricordato pure «i 35mila morti all’anno per i tumori del polmone». Luigi Cajazzo, direttore generale dell’assessorato al Welfare, ha concluso: «Il fumo è un nemico non solo della nostra salute ma della sostenibilità del nostro sistema sanitario universalistico che va difeso anche con la prevenzione dei danni da fumo nei luoghi di lavoro». Per Garattini bisogna però anche difendersi dai danni all’aperto.

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