Comunali a Milano: Lega e FdI omettono "Bernardo" dai simboli

Salvini non si candida, non succedeva dal ’93. E il candidato sindaco è ignorato nei manifesti. Capolista lumbard, Bernardini de Pace dice no

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di Massimiliano Mingoia

Il leader della Lega Matteo Salvini fa un passo indietro e annuncia che non si candiderà alle elezioni comunali milanesi, né come capolista né nei posti successivi. Non succedeva dal 1993, quando l’allora giovane candidato leghista venne eletto per la prima volta consigliere comunale a Palazzo Marino. Un brutto segnale per il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo. Senza Salvini, i lumbard quantificano almeno un due per cento in meno per il Carroccio. Voti che teoricamente potrebbero mancare anche al frontman della coalizione.

Ma i segnali non proprio incoraggianti per Bernardo non si fermano qui. Per la sfida di Palazzo Marino, la Lega presenterà un simbolo al cui interno c’è solo il nome del partito e la scritta “Salvini premier’’. Nessuna indicazione “Bernardo sindaco’’. Stesso discorso per Fratelli d’Italia, con simbolo senza il nome del candidato sindaco, che non compare neanche nei primi manifesti targati Meloni, mentre Forza Italia ha “Bernardo sindaco’’ nel simbolo e nei manifesti. Un’assenza, quella del nome di Bernardo dalla campagna di Lega e FdI, che non è passata inosservata. Il sindaco Giuseppe Sala, a margine di una passeggiata in via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese, affonda il coltello nella piaga: "Guardo con curiosità a come i partiti di centrodestra come stanno supportando Bernardo. Nei manifesti elettorali lui non è mai citato. Stiamo cercando di capire quanta intensità ci sia nell’apporto dei partiti. Dalla mia parte c’è grande intensità di sostegno, semmai io ho vissuto queste settimane e questi mesi dicendo di ridurre la dimensione del mio nome nei vari simboli. Quindi una situazione contraria a quella del centrodestra. E le polemiche tra le liste stanno a zero, così come quelle tra gli assessori della mia Giunta. Me ne prendo un po’ il merito". La conclusione implicita nel ragionamento del primo cittadino targato centrosinistra è la seguente: mentre nella sua coalizione tutti lo stanno supportando al 100%, nel centrodestra non tutti i partiti stanno dando una mano a Bernardo.

La Lega, intanto, resta alla ricerca di un capolista, anzi una capolista, perché fonti vicine al segretario dipingono il seguente identikit: "Una donna della società civile conosciuta e apprezzata per il suo impegno per la città, i quartieri e le imprese". Come capolista lumbard ma civica ieri è spuntato il nome della nota avvocatessa e saggista Annamaria Bernardini de Pace ma l’interessata, a chi le ha chiesto della sua corsa con il Carroccio, ha spiegato che non si candiderà. Non solo. Si va anche verso il "no" di Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, dalla discesa in campo per la lista civica di Bernardo. Qualche mese fa, la Racca era stata inserita nella rosa dei possibili candidati sindaci del centrodestra, ma alla fine è stato scelto il primario di Pediatria.

I segnali negativi non mancano per il centrodestra, ma Salvini resta convinto che la partita sia ancora tutta da giocare: "Arriveremo al ballottaggio con il sindaco Sala e poi ce la giocheremo, idea per idea e quartiere per quartiere".

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