Le viti nei piatti a scuola? "Scherzi dei bimbi"

“Risolto“ il giallo dei piccoli oggetti di metallo ritrovati un anno fa a ripetizione nei cibi delle mense di due scuole elementari.

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Installarono persino un metal detector per scovare oggetti metallici nei piatti della mensa. Soluzione estrema perché un anno fa in due scuole elementari di Pieve Emanuele, alle porte della metropoli, a tavola i bambini avevano trovato di tutto. Viti, piccole molle e pezzetti di metallo tra le lasagne e i ravioli. Quattro episodi in una sola settimana. Allarme dei genitori, intervento del sindaco che chiama i carabinieri, denunce all’Ats, interrogazioni in Consiglio regionale, dichiarazioni di politici locali. Ora, a distanza di tempo, il giallo sembra finalmente risolto. Secondo gli investigatori, la prima vite fu colpa del guasto di un macchinario dell’azienda che forniva i cibi, ma le altre tre volte a mettere i pezzetti di metallo nel cibo furono i bambini stessi per divertirsi. Tutto cominciò il 27 marzo di un anno fa, quando due viti spuntarono a mensa dal piatto di un alunno dell’elementare Martin Luther King. Immediato l’allarme e la denuncia all’Ats, così come un’indagine interna alla Vivanda spa, la società che forniva i cibi. Emerse ben presto che la presenza di quegli oggetti era stata provocata dal guasto meccanico di un macchinario (“giraffa ad immersione“) utilizzato per la preparazione dei pasti.

Due giorni dopo, nonostante i controlli Ats alla Vivenda spa, un altro piccolo corpo estraneo, un “rivetto“, una specie di vite, spunta fuori dalla pastasciutta di un bimbo alla primaria De Filippo. Non basta. Mentre l’allarme generale continua a salire, tre giorni dopo altra sgradita sorpresa a tavola sempre nella scuola “King“ - una piccola molla di penna - e due giorni dopo ancora una piccola vite sempre nella stessa scuola, nonostante il metal detector che, vista l’emergenza, era stato installato dall’azienda dei cibi.

Da quel momento, fortunatamente, più nulla. Ma ce n’era stato abbastanza per un allarme diffuso e una sacrosanta preoccupazione di genitori e insegnanti per la sicurezza dei piccoli alunni. Che però, stando alle indagini successive condotte dai carabinieri, sarebbero stati in qualche caso tutt’altro che innocenti. Per quanto riguarda la vite ritrovata il tre aprile, ultimo episodio della serie, i genitori di un bambino hanno infatti messo a verbale il racconto fatto loro dal figlio: "(...) ha iniziato a raccontarci che mentre erano in fila per recarsi a mensa, un suo compagno di classe gli ha mostrato una piccola vite dicendogli che l’avrebbe messa nel piatto".

Preso allora per buono l’indizio che risolverebbe l’ultima puntata del giallo, ed escluso che negli altri due episodi si fosse trattato di materiale proveniente da macchinari dell’azienda ormai dotata anche di metal detector, gli investigatori si sono convinti che - a parte nel primo caso - siano sempre stati scherzi messi a segno dai bambini, evidentemente divertiti da tutto il can can che il ritrovamento del primo pezzetto metallico aveva suscitato con tanto di servizi televisivi e articoli sui giornali.

Nella loro relazione spedita alla Procura, i carabinieri propendono quindii per "accadimenti accidentali", in pratica scherzi "con tutta probabilità messi in atto di bambini che frequentano la mensa per creare un diversivo rispetto alla quotidianità della vita scolastica".

Mario Consani

mail:mario.consani@ilgiorno.net

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