Le indagini smentiscono le parole di 'mamma Isis'

La donna, rimasta vedova, avrebbe avuto un ruolo nel Califfato, come il marito. Ora gli investigatori si concentrano su un contatto in Turchia

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Milano, 6 ottobre 2020 - Alice Brignoli "mamma Isis" sarà risentita domani nel carcere di San Vittore dove è attualmente detenuta dopo essere stata arrestata in Siria dai carabinieri del Ros, con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Se i suoi quattro bambini sono stati per ora affidati a una comunità e chiesti in affido dalla nonna Fabienne Schirru, la donna nel corso del primo faccia a faccia davanti al capo dell’antiterrorismo Alberto Nobili e al pm Francesco Cajani ha negato un ruolo all’interno del Califfato. "Io mi limitavo a fare la moglie". Ma la versione della Brignoli, oggi, è ritenuta inattendibile dai magistrati che stanno cercando di capire come lei e il marito, morto in Siria per una grave infezione intestinale, siano riusciti ad organizzare il viaggio verso la Siria passando dalla Turchia. Proprio in Turchia avrebbero avuto il contatto con un combattente legato a una rete molto più ampia che li avrebbe aiutati a raggiungere Al-Raqqa.

La 42enne ha raccontato molto della sua vita precedente, ha ammesso di aver subito per anni una vita "di emarginazione" a Bulciago, nel Lecchese, doveva viveva con marito e figli, a causa del suo essere italiana ma convertita all’Islam e velata. Per questo, dopo la nascita di Daesh, la famiglia era stata convinta dalla propaganda del califfato a partire, e in particolare il marito che aveva intenzione di unirsi al jihad. Il viaggio alla volta della Siria sarebbe durato 5 giorni in auto - ha raccontato la donna - e aveva come scopo quello di una vita migliore: "Il Daesh appariva come l’Eden", avrebbe riferito, parlando dell’illusione di recarsi in un posto dove "ospedali e scuole" funzionavano perfettamente.

Una volta arrivati però la realtà sarebbe stata molto diversa. Le indagini svolte dagli agenti dell’intelligence smentirebbero in tutto la 42enne, rimasta vedova, anche quando sostiene che i bambini non sarebbero stati addestrati a diventare terroristi. Il primogenito era "leoncino di Allah" e le foto dimostrano come l’indottrinamento fosse già iniziato. Quando si è trattato di parlare più nel dettaglio della propria posizione, Brignoli si è difesa dietro il ruolo di madre che doveva pensare solo a badare ai 3 figli. Il quarto è nato nel campo profughi al-Hawl, al confine fra Siria e Iraq, dove la famiglia è approdata da Raqqa dopo 6-7 spostamenti nell’arco di cinque anni. Ma gli investigatori insistono proprio sul punto dei legami con la rete italiaa ed europea, convinti che la donna prima o poi dovrà collaborare, nel suo futuro c’è la patria potestà sui figli da discutere e la richiesta di affido della nonna.

 

 

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