Le folate di vento e il miracolo del tempismo

Migration

Claudio

Negri

Lei si era voltata a guardarlo. Forse in quel colpo d’occhio non c’era nemmeno l’intenzione di cercarlo dietro le sue spalle, tra gli altri in cammino per il bosco, salendo verso chissà dove. Eppure. Era autunno vero o solo o un’avvisaglia nella tarda estate? Nessuno se lo ricorda e i giornali dell’epoca non ne fanno menzione. Insomma, era un giorno di nobile malumore meteorologico che rendeva la gita una faccenda mistica, quasi un preromantico andar per funghi.

Sotto quel bel cielo di nuvole scure e sfatte, lungo un sentiero bruno e umido, nel bosco ceduo, lei si era voltata a guardarlo. Ed era successo qualcosa di grande. Muovendo la sua nuca, i suoi capelli di rame antico, il suo profilo ridente, i suoi occhi grandi e grigi come acqua di lago, lei aveva messo in moto un apparato di meraviglie. Per lui, solo per lui. Forse senza saperlo, forse sapendolo solo un poco.

"Volevo portare le salamelle..." sospirò intanto un amico, al fianco di lui. "Ti arrangi, allora. Non ti do niente: mangi solo pane e formaggio" rise un altro amico e un terzo gridò loro, scostandosi dal sentiero verso un grosso cespuglio: "Andate avanti, ‘sto tempo mi dà il mal di pancia, devo...". Le ragazze risero. Ma lei si era voltata. Miracolo del tempismo. Il vento viene sempre da lontano: una folata improvvisa sibilò giù da una forcella di roccia e si infilò nel bosco arruffando il rosso e l’ocra delle foglie e il rame antico dei capelli, facendone per un attimo - eh, il tempismo - un’eroina letteraria, da Cime Tempestose. Con quei capelli a cornice inquieta era insopportabilmente bella. Sospeso tra cinematografia e studi classici ardenti, le sussurrò: "Sei la gentile e onesta Beatrice, sei Laura in una pioggia di fiori, sei il fuoco, sei la casa...". "Che sollievo! Libero!" stava però gridando quello che si era attardato e ora li sorpassava quasi correndo. Le ragazze risero ancora. Anche lei. Raddrizzò la nuca e lo seguì con lo sguardo. E – spiace notarlo – aveva occhi solo per quello là.

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