
L’e-commerce cinese davanti al Fallimentare
Era un ponte tra Milano e la Cina, per esportare in Asia il fashion made in Italy, ma l’avventura sembra arrivata al capolinea. La società Secoo Italia, filiale del colosso cinese del commercio online di prodotti di lusso fondato nel 2008, è finita davanti al Tribunale di Milano, dove è aperta una procedura di fallimento. Il giudice ha fissato per il 5 luglio l’udienza dei creditori, per l’esame dello stato passivo della società con sede in via Mecenate 90. Una conseguenza del tracollo della casa madre cinese, che risale all’anno scorso, forse dovuto anche alle difficoltà del mercato del lusso in Estremo Oriente legate a diversi fattori.
Siku Shangmao Co, la società madre di Secoo Holding Ltd, quotata al Nasdaq, aveva presentato infatti nel 2022 una "petizione di fallimento" a Pechino. In Cina Secoo, ricostruiva un articolo pubblicato sul sito di Assomac (l’associazione dei costruttori di tecnologia per calzature, pelletteria e conceria) citando media cinesi, "è stata afflitta da controversie contrattuali" e contenziosi anche con colossi dell’alta moda. Ha registrato un calo del 48% delle entrate del 2021, una perdita più ampia rispetto al 2020. Problemi dall’altra parte del globo che hanno fatto sentire le loro conseguenze a Milano, dove Secoo aveva investito aprendo una filiale in via Mecenate. La società del commercio online di capi d’abbigliamento e degli accessori contava su grossi numeri in Oriente, dove negli anni d’oro era riuscita a occupare il 25,3% delle quote di mercato in Cina e il 15,4% in Asia.
A.G.