Le acrobazie delle correzioni con calcolatrice

Elena

D’Incerti*

Per poter iniziare i colloqui, la correzione degli scritti parte subito dopo la consegna dell’ultima versione di latino e si protrae fino al tardo pomeriggio di venerdì in un orario in cui parole, numeri e schede cominciano a confondersi davanti agli occhi e nella testa dei prof. Solo un temporale provvidenziale concede una breve tregua all’afa che il ventilatore riesce solo ad attenuare. I miei 28 temi si rivelano da subito impegnativi: i ragazzi hanno scritto molto, addirittura alcuni di loro non hanno finito di copiarli, consegnando minute che a volte richiedono un’attività collegiale di decifrazione. La scelta della traccia è stata meditata, la stesura quasi sofferta: questo vuol dire che anche la prova di Italiano, che apparentemente si affronta con qualche patema in meno, ha in realtà risentito dei due anni di Dad: a dispetto delle migliori intenzioni, sono diminuite le attività laboratoriali di scrittura e forse sulle letture assegnate e non fatte si è chiuso un occhio. Non tutti hanno fatto scorrere la penna con scioltezza, ma c’è anche chi si congeda dal liceo capace di riflessioni profonde e di sensibilità e finezza nell’analisi di un testo. La valutazione è operazione di complicata e inutile ragioneria. Le griglie prevedono una valutazione per competenze diverse a seconda della traccia che, dopo somme e divisioni, si traducono in un voto in ventesimi: solo alla fine con una tabella ministeriale lo si converte in quindicesimi. Come mai il ministero non abbia allegato alla prova una griglia uniforme per tutte le scuole e già espressa in quindicesimi, rimane un mistero. Si procede stoici alla lettura ad alta voce, alla crocettatura multipla, sempre con la calcolatrice alla mano e con ripetuti controlli per evitare errori. Naturalmente, ed è una novità, ad alcune valutazioni rimarranno attaccati dei mezzi punti e solo dopo l’orale si procederà agli arrotondamenti. Prima del colloquio i candidati si troveranno sui tabelloni un voto in quindicesimi per la prima prova e uno in decimi per la seconda da sommare ai crediti: con sensata docimologia spicciola ciascuno calcolerà quanti punti gli mancano alla soglia dei 60 centesimi finali o all’agognato 100. Ma che fatica!

* Docente liceo Beccaria

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