Padiglioni esteri a Expo, via alle assunzioni: è guerra dei prezzi tra le agenzie

Allarme dei sindacati: nessuno applica l'accordo dei sindacati, c'è il rischio di dumping salariale. "Il governo controlli"

Il Ministro Giuliano Poletti e Giuseppe Sala

Il Ministro Giuliano Poletti e Giuseppe Sala

Milano, 18 febbraio 2015 - Parte la campagna assunzioni dei padiglioni stranieri all’Esposizione universale di Milano, ma le regole di ingaggio, messe nero su bianco dai sindacati e dalla società Expo, rischiano di rimanere lettera morta. Nessuno dei 147 Paesi ospiti ha adottato l’accordo quadro che disciplina i contratti del personale del sito. Il protocollo siglato a luglio 2014 da Cgil, Cisl, Uil ed Expo spa, inquadra i dipendenti come lavoratori del terziario, assicura regole certe ed elimina la burocrazia a carico delle nazioni partecipanti. Tuttavia il documento ufficiale giace nel cassetto. Mentre si è scatenata una guerra sotterranea tra alcune agenzie interinali per offrire manodopera al prezzo più basso. «Un dumping contrattuale» che potrebbe «determinare situazioni di irregolarità e di conflittualità», scrivono allarmati i sindacati confederali in una lettera spedita un mese fa al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a quello dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e al commissario unico di Expo, Giuseppe Sala. «Aspettiamo ancora una risposta da Roma», pungola Stefano Franzoni, responsabile Expo Uil Milano, mentre venerdì è in agenda un incontro con gli organizzatori dell’evento.

L’avvio dellle assunzioni dei padiglioni stranieri è questione di ore. Si tratta di migliaia di posti di lavoro, stimati da un minimo di duemila a un massimo di seimila. L’accordo quadro era nato con l’obiettivo di aprire un sentiero nella giungla di leggi italiane, garantendo dipendente e committente. Ma, come è già successo per il protocollo di legalità sugli appalti, i buoni propositi sono rimasti sulla carta. E ora si rischiano quelli che Antonio Lareno, responsabile Expo per Cgil Milano, bolla come «contratti pirata». «Se verrà fatto un uso scorretto dell’inquadramento contrattuale – incalza –, faremo le cause. Serve un controllo sull’applicazione dell’accordo da parte del governo».

Alcune agenzie interinali hanno contattato gli organizzatori stranieri offrendo assunzioni a costi «che non corrispondono al contratto del terziario», afferma Franzoni. A confermare la guerra in atto c’è anche una nota di Manpower, l’agenzia incaricata di selezionare cinquemila persone per Expo. «I Paesi rischiano di ricevere informazioni parziali, e a volte fuorvianti, da operatori di mercato a loro volta impreparati all’evento», scrive la società. Tanto che, aggiunge il presidente Stefano Scabbio, «è condivisibile la preoccupazione espressa dai sindacati per le condizioni contrattuali dei lavoratori».

Tra i dossier aperti sulle scrivanie di Expo ci sono anche «l’appalto pulizia, non ancora assegnato – spiega Lareno – e il terzo lotto della vigilanza, andato deserto, che riguarda anche la sorveglianza all’esterno del sito. Ora si procederà a trattativa privata con i vincitori dei primi due lotti». Settimana prossima, infine, i sindacati incontreranno Eataly, per definire nel dettaglio l’impiego di una sessantina di tirocinanti delle scuole alberghiere nel ristorante. luca.zorloni@ilgiorno.net

Twitter: @Luke_like

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro