Milano, Natale in negozio a lavorare: "Basta abusi"

Pressing e clausole infilate nei contratti. Dalla liberalizzazione degli orari pochi benefici: a Milano persi settemila posti in 7 anni

Il centro di Milano affollato nei giorni clou dello shopping natalizio

Il centro di Milano affollato nei giorni clou dello shopping natalizio

Milano, 22 dicembre 2019 -  Supermercati aperti anche a Natale, per chi è in ritardo con la spesa per il pranzo oppure è in cerca di vino e prelibatezze da portare sulla tavola di amici e parenti. Lo shopping non si ferma neanche a Capodanno o all’Epifania, in una città sempre più a vocazione turistica. Il problema, attaccano i sindacati, è il rispetto dei diritti dietro le quinte del business del commercio, tra obbligo della prestazione lavorativa in occasione della giornate festive inserito nella lettera d’assunzione, abusi e straordinari non pagati. La Filcams-Cgil di Milano, con il segretario Marco Beretta, ha mappato il “sempre aperto” a Milano: "I Carrefour Express aprono a Natale, Santo Stefano e Capodanno; il Nike Store in corso Vittorio Emanuele dovrebbe aprire a Natale ma non è ancora certo; quasi tutti i negozi di moda e abbigliamento del centro rimarranno aperti a Santo Stefano". Ikea chiude a Natale e riapre il 26 dicembre, così come i principali centri commerciali dell’area metropolitana.

Il 6 gennaio, Epifania, sono pochissimi i negozi di catene che chiuderanno le saracinesche. E i sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno lanciato una campagna: "Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori del settore a godere della festività di Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania, ribadendo ancora una volta che né la legge, né il contratto collettivo nazionale di lavoro prevedono l’obbligo della prestazione lavorativa in occasione delle giornate festive". Invitano a rivolgersi ai sindacati "in casi di pressioni o forzature da parte dell’azienda". Una strada, quella della denuncia, che però è sempre più in salita, anche per paura di ritorsioni. E le cause in Tribunale si contano sulle dita di una mano.

«Chiediamo che i negozi osservino la chiusura almeno da Natale a Santo Stefano, a Capodanno e all’Epifania - prosegue Beretta - consentendo ai lavoratori di trascorrere le feste in famiglia. Sul lavoro domenicale chiediamo che ci sia una regolamentazione, e in ogni caso che i turni nei festivi siano sempre su base volontaria". La liberalizzazione degli orari stabilita dal decreto Monti, secondo i dati della Cgil, ha portato ben pochi benefici al commercio: solo a Milano dal 2012 al 2018 nel settore si sono persi quasi settemila posti di lavoro, anche per il boom dell’e-commerce. E la stretta promessa dal precedente Governo si è risolta con un nulla di fatto. Nel 2019 è arrivata una nuova tegola, con gli esuberi dovuti all’acquisizione di Auchan da parte di Conad. Poi c’è l’erosione dei bonus e delle maggiorazioni di stipendio. "I turni sono sempre più lunghi - conclude Beretta - e rispetto al passato il guadagno per un lavoratore è di circa 2 euro in più all’ora. Non molto, per lavorare a Natale".

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