Lavori, settori a rotazione e 72 posti Così cambierà il centro per rimpatri

Cpr di via Corelli, ristrutturazione dopo incendi e danneggiamenti: più vie di fuga. Bando della Prefettura

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di Nicola Palma

Lavori di ristrutturazione per rimettere a nuovo i locali danneggiati da incendi e vandalismi e renderli più sicuri. Capienza ridotta e settori a rotazione per incidere il meno possibile sull’operatività del centro. E un bando per individuare il gestore che prenderà il posto di quello attuale. Così cambierà nei prossimi mesi il Cpr di via Corelli, il centro di permanenza per i rimpatri riaperto nel settembre 2020 dopo gli anni in cui era stato riconvertito in centro d’accoglienza straordinaria per profughi. Come si legge in un decreto di autorizzazione pubblicato nei giorni scorsi sul sito della Prefettura, il contratto annuale stipulato con Engel Italia scadrà il prossimo 30 settembre: Palazzo Diotti ha deciso di indire una nuova gara, invece di esercitare l’opzione di rinnovo per altri 12 mesi. Nella premessa del provvedimento di corso Monforte, si spiega che "i frequenti danneggiamenti verificatisi presso i locali del Cpr e, da ultimo, l’incendio occorso presso uno dei cinque settori di cui si compone, impongono la necessità di provvedere oltre al ripristino dei locali e dell’intero settore danneggiati, anche a importanti lavori di adeguamento e a più elevati standard di security e di safety".

Il riferimento è agli episodi in serie che si sono verificati sin dalla riapertura di due anni fa, tra rivolte dei migranti, materassi bruciati, arredi distrutti e tentativi di fuga. A tal proposito, il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche sta predisponendo gli atti per la progettivazione definitiva ed esecutiva dei lavori di "ripristino e adeguamento", a cui farà seguito la procedura di gara per l’affidamento degli interventi e la loro esecuzione. Tra le opere da realizzare per "esigenze di sicurezza" ci sono anche "ulteriori uscite di emergenza compartimentate": una stanza per ciascuno dei cinque settori, attualmente usata come alloggio, sarà destinata a via di fuga e quindi verrà lasciata libera. Ovviamente, queste modifiche incideranno sulla capienza, già ridotta da 140 a 84 posti causa pandemia. Il numero dei letti a disposizione scenderà ancora a quota 72 (24 per settore), perché "i lavori interesseranno materialmente due settori alla volta, al fine di preservare l’operatività di almeno tre settori contestualmente". E veniamo alle cifre che faranno da base d’asta per il bando di gestione. Il costo della "giornata alimentare" (colazione, pranzo e cena) stimato in 10,20 euro, come da media dei prezzi di riferimento del servizio di ristorazione in ambito sanitario, è stato aggiornato ai nuovi prezzi fissati dall’Anac (Autorità anticorruzione): 11,09 euro. Anche il costo medio del personale è stato rivisto al rialzo: da 28,10 a 29,99 euro. Al netto dei kit di primo ingresso da 150 euro, della scheda telefonica da 5 euro consegnata all’arrivo al Cpr e del pocket money quotidiano da 2,50 euro, la base d’asta giornaliera per ospite per il servizio d’accoglienza è stata fissata a 45,45 euro. Importo stimato per un anno: 1,19 milioni di euro. I partecipanti dovranno consegnare le offerte entro le 12 del 25 agosto. In autunno scatterà così quella che si può definire la fase due del Cpr, che sarà sottoposto a un profondo intervento di restyling.

Il progetto del centro di via Corelli (Cie fino al 2014) prese definitivamente forma il 25 luglio 2018, quando l’allora vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini annunciò in audizione alla Commissione Affari costituzionali di Camera e Senato l’attivazione "entro l’anno" di nuovi Cpr per 400 posti: dalla riconversione dell’ex carcere nuorese di Macomer al ripristino delle funzionalità del centro di Modena, fino alla trasformazione dei centri d’accoglienza di Gradisca d’Isonzo e Milano. Un anno dopo, il 26 luglio 2019, lo stesso Salvini, ancora in carica al Viminale, effettuò un sopralluogo col prefetto Renato Saccone per visionare l’andamento dei lavori di ammodernamento, coordinati dai tecnici dell’Esercito: "In autunno viene pronta questa struttura che ospiterà 140 immigrati pronti per essere espulsi", assicurò. Qualche mese dopo, il 14 ottobre, il nuovo ministro dell’Interno Luciana Lamorgese confermò: "Gare fatte, la linea è quella". Poi è arrivata la pandemia a scombussare in parte i piani, facendo slittare l’apertura al settembre 2020.

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