Lavoratori dello spettacolo in Prefettura: "Non siamo di serie B"

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I fondi messi sul tavolo "non sono sufficienti", si rischia "una guerra tra poveri dove solo alcuni potranno accedere alla misura". Andrea, direttore di produzione, è uno dei lavoratori dello spettacolo che ieri hanno manifestato davanti alla Prefettura di Milano, con i sindacati Slc-Cgil e Uilcom-Uil, per chiedere al Governo un cambio di passo su un settore piegato dagli anni di pandemia. Un passo avanti è stato fatto con l’approvazione dello stanziamento di 100 milioni di euro a livello nazionale per finanziare l`indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo ma, secondo i sindacati, è solo "una goccia nel mare". "La cultura non può essere vista come un costo - spiegano i sindacati - ma è uno strumento di crescita sociale ed economica per il nostro Paese, e un Paese che taglia la cultura taglia il futuro ai suoi cittadini". Al presidio milanese hanno partecipato anche rappresentanti di Sinistra Italiana per difendere l’indennità di discontinuità come "uno strumento fondamentale che finalmente riconosce come lavoro quei momenti che da sempre sono indispensabili al lavoro stesso come lo studio, la creazione, la progettazione, le prove", garantendo un reddito ai lavoratori. "Il finanziamento di 100 milioni emendato dal Governo non è sufficiente - ribadisce il direttore di produzione in presidio - è solo la metà del necessario".

In contemporanea con il presidio milanese si è tenuta anche una manifestazione a Roma, davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico. I sindacati chiedono di convocare una audizione urgente con al centro i problemi del settore: "Ribadiamo l’eccezionalità di un momento storico che offre allo spettacolo una riforma attesa da 70 anni che non può e non deve essere vanificata da manovre economiche insufficienti che la condannerebbero al fallimento".

Andrea Gianni

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