La laurea nel Metaverso: Elena e la sua avatar, alla Iulm tesina discussa su Second Life

Secondo caso in Italia. Il professor Guido Di Fraia: "È l’inizio di una sperimentazione e in sintonia con la ricerca"

La discussione nel Metaverso di Elena Rubbà, 22 anni

La discussione nel Metaverso di Elena Rubbà, 22 anni

Milano - Elena Rubbà ha 22 anni ed è la prima laureata nel Metaverso a Milano, prima studentessa in tutta Italia dopo Edoardo Di Pietro, il 25enne toscano che aveva discusso la sua tesi sotto forma di “avatar“ il primo di luglio all’Università di Torino.

Ieri Elena è entrata contemporaneamente nell’aula 113 di via Carlo Bo, alla Iulm, e nella sala conferenze di “Second Life“ - vista mare - portando con sé il suo elaborato finale con il quale ha chiuso la triennale in “Comunicazione Media e Pubblicità“ e farà ingresso nel corso di laurea magistrale in Televisione Cinema e nuovi Media. Tailleur nero indossato anche nella sua versione avatar, che si muoveva sulla sedia come lei, ha mostrato la sua indagine sull’identità negli ambienti virtuali a prof collegati online e in carne ed ossa e al pubblico, che nel Metaverso appariva tra le sedie dopo una fumata rosso-laurea. Ringrazia dell’opportunità Elena, ricordando che il Metaverso vero e proprio non è ancora compiuto, ma che ha scelto questa formula perché oggetto della sua indagine era proprio la vita sociale parallela.

In platea ad ascoltarla c’era pure il suo predecessore, Edoardo. "Appena è uscita la notizia della sua laurea l’ho contattato su Facebook, io sono torinese e lui si è laureato all’Università di Torino - racconta Elena -, ci siamo trovati online, confrontati e ho inserito la sua tesi anche nella mia bibliografia. C’è stata condivisione". E alla laurea della studentessa della Iulm Edoardo non ha voluto mancare. "Già dalle superiori mi interrogo su come ci si rappresenti davanti agli altri e volevo analizzare come ci si performi anche in contesti ipermediali, come Second Life, appunto", precisa la studentessa. Di qui l’idea di presentare la sua tesina in quel contesto, ma di stringere alla fine “mani vere“.

In platea ad un certo punto sono comparsi pure un chitarrista e un cavaliere sul suo destriero. "Era un mio amico: era la prima volta che entrava in Second Life e ha fatto dei pasticci con il suo avatar", confessa, ma non si è lasciata distrarre ed è arrivata al traguardo. La sala conferenze è un ambiente molto riservato, che non conoscono tutti, ma potenzialmente aperto al mondo. "Ho cercato di capire il rapporto tra le persone e i propri avatar e se l’ambiente virtuale possa condizionare o meno - spiega -. Molti hanno più di un avatar e si sentono rappresentati da tutti loro, come nel mondo reale, se ci si pensa". Non aveva avatar Elena prima di questo lavoro. "Ho conosciuto tanti professionisti che lavorano in Second Life: sarebbe bello applicare la regia all’interno di questi mondi virtuali visto che vorrei fare la regista". Prossima sfida.

Non si sarebbe mai immaginato di far parte di una commissione di laurea in versione avatar anche Guido Di Fraia, prorettore all’Innovazione della Iulm. "È l’inizio di una sperimentazione - sottolinea al termine della discussione -, e la prospettiva di ricerca, al di là della prova finale, è molto interessante e attuale: il chiedersi quali siano gli esiti identitari in questi spazi virtuali è un tema caldo. E trovo grande sintonia tra questo e lo strumento con cui è stato fatto: un bell’esercizio di sperimentazione, adatta a un’università come la nostra". L’idea che sia stata una donna a debuttare nel Metaverso dà una carica in più, nell’universo Stem che ancora cerca di lasciarsi alle spalle il gap di genere.

Intanto ci si interroga sui possibili scenari. "Presto inaugureremo anche il nostro laboratorio di intelligenza artificiale, spin-off di ateneo, con le ultime tecnologie più innovative - ricorda Di Fraia -, in un mondo in acceleratissima evoluzione il Metaverso, qualsiasi cosa possa significare adesso, oggi può dare contributi ad alcune tipologie di formazione: penso alla Medicina o ad ambienti di ricostruzione storica. Sono più attendista invece, nonostante sia un entusiasta dell’innovazione, sul fronte aziendalistico. Non perché l’evoluzione non avverrà, ma credo serva più tempo". Promossa con ottimi voti Elena, promossa la sperimentazione: "Il Metaverso è uno strumento interessante dal punto di vista accademico anche se è ancora un po’ impegnativo dal punto di vista economico – conclude Di Fraia –: per creare questi ambienti bisogna investire parecchio e capire se è il momento giusto per farlo".

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