Strage alla Lamina, un dolore che non passa

Il ricordo dei colleghi due mesi dopo la tragedia: "Un colpo durissimo"

Soccorsi dopo l’incidente nello stabilimento della Lamina

Soccorsi dopo l’incidente nello stabilimento della Lamina

Milano, 20 marzo 2018 - «Stiamo cercando di andare avanti, di riprendere a poco a poco i ritmi quotidiani, anche se è dura a livello emotivo». Pasquale Arcamone, operaio, delegato Rsu, lavora da 28 anni alla Lamina Spa, la fabbrica di via Rho 9 specializzata nel trattamento di metalli che due mesi fa si è trasformata in una trappola di morte per quattro lavoratori rimasti asfissiati.

Il lavoro è ripreso quasi subito dopo la tragedia. Ma la mente corre sempre a coloro che non ci sono più (Marco Santamaria, 42 anni, Giuseppe Setzu, 48, e i fratelli Giancarlo e Arrigo Barbieri, di 61 e 57 anni) e alle loro famiglie immerse nel dolore. Lo sottolineano Arcamone e alcuni suoi colleghi, all’uscita dalla Lamina. «Abbiamo ripreso a lavorare. Certo che la tragedia è stata un duro colpo che non si è ancora assorbito», dice Giampiero Costantino, che quel giorno è riuscito a salvarsi. «Ma in qualche modo bisogna andare avanti, trovare la forza», aggiunge Dani. Non è semplice perché anche solo guardare di sfuggita la zona ancora off limits, quella del forno, teatro della disgrazia, fa riaffiorare la tristezza. Ma c’è una luce che si fa largo in mezzo al buio: gruppi di artisti hanno provato a elaborare il dolore trasformandolo in poesia e musica e si esibiranno venerdì 13 aprile alle 20.30 alla Camera del Lavoro in corso di Porta Vittoria 43 nella serata dal titolo “La vostra assenza nei nostri sguardi”. «Un’iniziativa - dichiara Roberta Turi, segretaria generale Fiom-Cgil Milano - proposta dagli artisti e organizzata col nostro supporto. L’obiettivo è sia onorare la memoria delle vittime e sia raccogliere fondi per le loro famiglie».

Un sostegno, anche economico, potrà alleggerire le pene. «Pensiamo per esempio alla mamma di Giuseppe Setzu, sola, in Sardegna, ma anche a tutti gli altri familiari», spiegano i promotori. Gli artisti si erano già messi in moto appena dopo la tragedia: «Ho scattato una fotografia - racconta Antonio Ricci, tra i poeti della Casa delle Arti dello Spazio Alda Merini di via Magolfa - che mi ha ispirato e che, a poco a poco, ha coinvolto altri poeti». Le opere, che sono ancora in divenire, saranno lette al cospetto del pubblico. «E poi ci saranno alcuni cori come Suoni e l’Anpi e Philomela, la Banda degli ottoni, di cui faccio parte - continua Ricci - l’attore Silvano Piccardi ma non solo». Intanto il quartiere Greco, in cui si trova la fabbrica, continua ad «abbracciare» i lavoratori. «Siamo contenti che il lavoro sia ripreso. Io posso parlare per Giuseppe Setzu: lo conoscevo, era una persona splendida. Lo spettacolo per sostenere le famiglie è un’ottima idea», commenta Rossella Redaelli, commerciante. «Il senso di comunità è molto vivo - conclude Roberto Moroni, residente - Greco ha mantenuto la sua identità di antico borgo. Continuiamo a manifestare solidarietà, e lo facciamo anche solo fermandoci a salutare gli operai. Il messaggio è che noi ci siamo, sempre»

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