L’allarme dagli atenei "Mancano regole chiare"

L’Udu scrive alla Regione per avere indicazioni su protocolli e Green pass

I protocolli sanitari? "Inadeguati". I controlli del green pass? "Disomogenei". Gli esami in presenza? "Ogni università si arrangia come può". La denuncia arriva dall’Unione degli Universitari, che in questi giorni sono alle prese con il ritorno in aula. "Stiamo monitorando la situazione ma non è facile. Il Governo si è dimenticato di noi", accusano. A scatenare le proteste studentesche è soprattutto il caos sul rientro in presenza. In Lombardia la maggior parte degli atenei ha stabilito lo svolgimento online degli esami orali e in presenza degli scritti. Le regole sulle lezioni, però, sono ancora poco chiare. "Non esiste un vero protocollo sanitario per le università – denuncia l’Udu –. Ad esempio, non sappiamo cosa succeda nel caso in cui ci siano dei positivi in aula. Per le mascherine, gli atenei stanno raccomandando autonomamente le Ffp2. Siamo però senza alcuna indicazione chiara dal Ministero: ogni università si arrangia".

Stesso discorso per i controlli del green pass. In Lombardia, la fascia 20-29 anni ha aderito al 97% alla campagna vaccinale. Eppure, fanno notare gli studenti, non si sa se il pass rafforzato sia obbligatorio per accedere alle mense, alle biblioteche o alle residenze. L’Unione ha scritto una lettera a Regione Lombardia per sollecitare chiarimenti dal Governo. Incassando l’appoggio anche di Tobia Sertori, segretario generale della Flc Cgil Lombardia: "La ripresa delle attività in presenza necessiterebbe di chiare indicazioni per la gestione della sicurezza e della salute. Purtroppo, in assenza di un protocollo nazionale, la gestione degli strumenti da applicare è lasciata ad ogni ateneo".

Gianluca Brambilla

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