Rapine con l'auto della parente defunta e drago tatuato: incastrati ladri di pensioni

Autori di un paio di colpi alle Poste. Un “drago tribale” ben visibile sul collo di uno dei due banditi, in semilibertà, ha permesso di identificare lui e il complice

Uno dei rapinatori in azione

Uno dei rapinatori in azione

Puntavano ai soldi delle pensioni ma hanno dovuto fare i conti con le casseforti temporizzate degli uffici postali. Rapinatori di professione, uno di loro detenuto del carcere San Vittore di Milano in regime di semilibertà, sono stati riconosciuti dalla Fiat Punto rossa usata in entrambi i colpi e dal dragone tribale che uno di loro aveva tatuato sul collo. Due rapinatori di 51 e 60 anni, entrambi con numerosi precedenti penali, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Rho in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché ritenuti responsabili di due rapine messe a segno il 1° luglio e il 5 agosto in due uffici postali di Garbagnate Milanese e Gorgonzola, con l’aggravante di aver agito travisati e armati di pistola.

Le indagini sono iniziate subito dopo la rapina messa a segno nell’ufficio postale garbagnatese di via Trieste. I due erano entrati fingendosi normali clienti e nascondendo il volto con cappellini da baseball, mascherine e occhiali da sole. Avevano minacciato una impiegata puntandole una pistola al volto per entrare nel locale cassaforte, le avevano intimato di aprire il caveau che loro credevano pieno perché in quei giorni erano in calendario i pagamenti delle pensioni. Il loro piano era fallito quando avevano capito che attendere l’apertura della cassaforte temporizzata li avrebbe messi nei guai. E così, piuttosto che fuggire a mani vuote, si erano accontentati di un misero bottino, ovvero dei soldi che c’erano nella cassa degli sportelli, solo 294 euro a Garbagnate e poco più di 600 a Gorgonzola dove avevano agito il 5 agosto con lo stesso modus operandi.

I carabinieri rhodensi dopo i primi accertamenti nell’ufficio postale e dopo aver ascoltato il racconto dei testimoni hanno analizzato le immagini dei varchi stradali per accertare la macchina usata dai due rapinatori per arrivare in via Trieste. È stato così che hanno rintracciato la Punto rossa intestata alla madre defunta di un cognato del 51enne. La stessa macchina era stata usata per la seconda rapina. A incastrare il rapinatore 60enne, in regime di semilibertà, con la possibilità di uscire da San Vittore di giorno, è stato invece un tatuaggio, un drago tribale ben visibile sul collo, catturato dalla telecamera. L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata ai due rapinatori nel carcere di Bergamo, dov’erano giunti il 31 agosto dopo l’arresto in flagranza per una rapina aggravata a danni dell’istituto di credito di Villongo, nella Bergamasca.

 

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