L’acqua sprecata un rimorso non solo collettivo

Piero

Lotito

Si sa che ogni cosa diventa preziosa ai nostri occhi quando ci manca. E quanto più manca, tanto più si fa preziosa nel ricordo. Così in questo periodo per l’acqua, per quelle piogge che in tempi non poi lontani facevano di Milano la Londra padana, sempre pronta con gli ombrelli, le strade luccicanti, i parchi e i giardini odorosi di essenze, qualche lumaca tra le foglie, le auto pulite in via naturale, i marciapiedi tersi nonostante il viavai dei cani, l’aria frizzante ed euforizzante dei luoghi benedetti appunto dalla pioggia. Chi non ricorda il timore per il continuo innalzamento della falda acquifera sotto (o tra) le fondamenta del Duomo? Oggi, invece, le falde si ritirano verso il basso, sprofondano verso il buio assoluto, lasciando a secco i pozzi e i canali, le rogge, le risaie, quei grandi acquitrini dove volavano gli aironi e i Cavalieri d’Italia. Perfino le esondazioni del Seveso, con le immagini degli stivaloni e delle ali d’acqua al passaggio delle auto, ci appaiono come miraggi del tempo che fu. Guarda caso, i miraggi abbondano nel deserto, proprio come quello che stiamo attraversando in questo frangente d’un anno impossibile da dimenticare. L’acqua sprecata non può essere un rimorso solamente collettivo. Ciascuno di noi, di fronte al Po in secca e alle spighe di grano vuote, dovrebbe fare un esercizio di memoria, recuperando gli innumerevoli momenti d’una vita distratta, quando senza ragione abbiamo lasciato correre il rubinetto in docce interminabili, in rasature e maquillage non bisognosi di litri e litri d’acqua, quando abbiamo allagato il balcone per innaffiare le nostre piante magari grasse, quando ci siamo divertiti a lavare la nostra auto come fosse un ippopotamo, scudisciandola all’infinito con la pompa a pieno getto. Poca roba, si dirà: che cosa vuoi che sia, il nostro lavandino, di fronte all’immensità d’un lago, un fiume? Ecco, sta qui l’errore, perché quel lago e quel fiume, e tutte le pozze d’acqua che possiamo immaginare non sono che aggregati di gocce, molecole associate per costituire appunto il liquido base del nostro vivere. Puoi anche adulterarlo facendone una bibita o altri intrugli, ma l’acqua è sempre l’acqua.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro