L’abbigliamento indice di rispetto dell’istituzione

Migration

Daniele

Nappo*

Con l’arrivo della stagione estiva e del caldo, che coincide con il termine delle lezioni e l’inizio degli esami di Stato, le studentesse e gli studenti si scordano del bon ton e del modo di vestirsi a scuola. Generalmente l’abbigliamento è confacente con il luogo e il caldo non giustifica un vestiario da spiaggia con canotte, top e infradito. C’è un decoro da rispettare, che riguarda non il personale ma una morale. È il coordinatore didattico che nella sua veste di educatore, deve far applicare un abbigliamento pertinente, quale espressione di un valore che dev’essere conservato. I giovani devono imparare a uniformarsi a un rispetto che è considerato al pari di altre attenzioni, che all’interno della scuola devono essere mantenute. La scuola ha il compito d’insegnare e far rispettare la disciplina come mission di un’istituzione dove non si deve derogare, né accettare stranezze o eccentricità.

L’abbigliamento è il linguaggio attraverso il quale si rende omaggio sia al luogo sia all’ambito che rappresenta. Il dress code non può certo essere quello da spiaggia perché l’istituzione merita rispetto ed è assurdo che in alcune scuole si renda necessario metterlo per iscritto. Si è in un ambiente educativo che merita adeguato riguardo e come tale chi lo frequenta deve adeguarsi con sobrietà; certamente un abbigliamento incompatibile va richiamato e sanzionato. Naturalmente i genitori spesso sono pronti a fare delle vere e proprie battaglie e proteste per non dire polemiche.

Ragioniamo. Chi in un ufficio potrebbe presentarsi in infradito, shirt e canotta? Non si tratta di un ritorno al passato, quando nelle fotografie si era tutti vestiti uguali per eliminare le differenze di classe sociale. È una questione di comportamento, anche se non esiste una normativa di riferimento e non si deve arrivare ad averla, anche se gli inviti del Ministro dell’Istruzione tutti gli anni sono rivolti all’adozione di un codice comportamentale.

Certamente le regole vanno condivise e non imposte ai ragazzi, cosi sicuramente si adotta la migliore strategia per assicurare la fiducia e il rispetto reciproco cosa importante su cui costruire insieme le regole di convivenza. L’abbigliamento non deve etichettare uno studente, ma deve fargli capire che esprime un atteggiamento giusto o sbagliato.

*Direttore Scuola Freud

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro