La villetta di via Nearco torna alla Stato

Così ha deciso il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti. Un edificio diviso fra Rocco Papalia con la moglie e i minori del progetto di accoglienza

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di Francesca Grillo

La decisione del sindaco Rino Pruiti di restituire il bene confiscato di via Nearco allo Stato apre un dibattito sulla gestione degli immobili sottratti alla criminalità organizzata. Oltre a sollevare una questione: che si farà, ora, di quella casa? Si tratta della villetta dove per metà abita il boss Rocco Papalia con la moglie Adriana Feletti e, nell’altra parte, erano ospitati i minori del progetto di accoglienza. Il progetto è cessato a fine dicembre e il Comune stava pensando a un nuovo utilizzo per quella porzione di immobile. Ma è cambiato tutto, con la decisione del giudice, dopo cinque anni di battaglie legali tra Feletti, proprietaria della sua porzione di villa, e il Comune che ne deteneva l’altra metà, di concedere alla famiglia Papalia l’uso del cortile conteso, lo spazio di cui Feletti rivendicava l’utilizzo. Una decisione che "accettiamo, le sentenze vanno rispettate, ma ci lascia amareggiati – commenta il sindaco –. Per questo riconsegneremo il bene allo Stato. Più volte ho chiesto a magistratura, Parlamento, Commissioni antimafia e Agenzia dei beni confiscati di intervenire ma nulla è stato fatto". Quindi, quella parte di villa passerà di nuovo nelle mani dello Stato e si riaprirà il percorso di assegnazione. Un iter che Buccinasco conosce bene: è uno dei territori con maggior numero di beni confiscati. Sono 27, uno ogni mille abitanti. Numeri impressionanti che da una parte certificano la storica presenza mafiosa sul territorio e dall’altra è una garanzia di come le indagini siano costanti e l’attenzione massima. A Buccinasco "i beni confiscati sono un segnale importante di come lo Stato si riappropria di qualcosa che apparteneva alla criminalità – aggiunge l’assessore alla Cultura antimafia Rosa Palone –, un simbolo di illegalità che viene convertito a bene sociale. Per questo è fondamentale la gestione e l’utilizzo". Insomma, per il Comune rinunciare così alla villetta di via Nearco non è una decisione presa alla leggera, considerando i tanti progetti avviati negli anni negli immobili confiscati ma "necessaria. Non possiamo stare nello stesso luogo che utilizza chi non ha mai chiesto scusa alla comunità per i terribili crimini commessi – ancora il sindaco –. Sarà ora responsabilità di altri, di istituzioni che al di là delle parole hanno dimostrato di non darci il sostegno necessario, intervenendo quando serviva, una presenza ancora più urgente in questi territori". Si perde, così, la possibilità di usufruire di un bene per la collettività. Buccinasco, negli anni, ha trasformato le sontuose ville dei boss in progetti di aiuto per mamme sole, in strutture per fragilità e disabilità, locali della ‘ndrangheta riprogettati a spazio giochi per bambini e immobili strappati alla mafia che sono diventati sedi di associazioni come la Croce Rossa.

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