La storia scritta nei faldoni e sui muri (dagli artisti)

Migration

Novanta chilometri lineari di archivi - 200mila faldoni e 2 milioni di pratiche e fascicoli - avvolti da una galleria a cielo aperto, che cresce di anno in anno, per raccontare - attraverso l’arte - cosa si può trovare nella “cassaforte” di Milano, la Cittadella degli Archivi destinata a crescere ancora. "E che per la prima volta è stata inserita fra i 12 luoghi del Fai di Milano", sottolinea Gaia Romani, assessora ai Servizi civici del Comune. Questa mattina alle 11.30 l’inaugurazione dei dieci nuovi “Muri d’artista” della “Cittadella” a cura di Isorropia Homegallery. Prende così colore l’Acquario Civico di Milano (opera di Andrea Bianconi), si ricorda Giorgio Strehler (con Andrea Crespi). Esplorando via Gregorovius dentro e fuori, si può ripercorrere la storia del Velodromo Vigorelli e della Nazionale Azzurra (l’opera è di Luca Di Maggio). Si “segue” la ristrutturazione del Teatro alla Scala del 2002 nell’opera di Piero Figura; si rileggono atti della prima illuminazione elettrica di Milano (anno 1877) con Omar Hassan. "La cittadella è un piccolo grande tesoro – continua Romani – conta circa 50 visitatori al mese, ma ne potrebbe attirare ancor di più oltre a diventare un punto di aggregazione culturale e popolare accogliendo ragazzi che cercano appoggi per lo studio, e pianificando sempre più visite guidate". Come quelle che il direttore Francesco Martelli organizza anche per gli artisti, chiamati ogni anno a dipingere sulle pareti un tassello della storia della città dopo aver sfogliato i faldoni. E le sorprese non sono mancate in questi anni. "E chissà quante altre scoperte faremo visto che la Cittadella degli Archivi continuerà a ingrandirsi". Come crescono le opere sui suoi muri.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro