La scuola riapre sorvegliata Nuove regole di quarantena

L’Ats ha già trasmesso agli istituti le indicazioni aggiornate dalla Regione. Col 50% di classi a casa tutto il plesso va in Dad, già col 30% si valuta

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Tra resistenze dell’ala rigorista del Governo e pressing delle Regioni per programmare riaperture almeno da metà aprile, l’apertura più probabile, quasi scontata nel Dpcm che stabilirà le regole per il post Pasqua, è quella delle scuole in presenza, fino alla prima media anche in zona rossa. Tanto che la Regione il 17 marzo ha aggiornato le indicazioni sulla sorveglianza del coronavirus in ambito scolastico, e l’Ats Metropolitana giovedì scorso le ha trasmesse ai presidi del Milanese e del Lodigiano, perché si preparino qualunque sia il colore col quale uscirà dalle feste la Lombardia.

Nel documento, pubblicato sui siti istituzionali di diversi istituti, ci sono alcune novità importanti rispetto alle regole che i referenti Covid delle scuole - che hanno il compito d’inserire sul portale messo a loro disposizione dall’Ats sia i casi positivi che i loro contatti stretti scolastici - hanno seguito fino alla sospensione delle lezioni in presenza, che nonostante le preoccupazioni di molti genitori, tra arancione rafforzato e rosso sarà durata, alla fine, un mese in tutto. La scuola, scenario in cui sono stati quantomeno scoperti molti dei focolai di varianti del Sars-CoV-2 che hanno innescato la terza ondata pandemica in Lombardia, ripartirà con un personale in larga parte vaccinato con la prima dose di AstraZeneca (a domenica sera l’aveva ricevuto il 65% dei 219.416 docenti e non docenti degli istituti lombardi dal nido in su), e una sorveglianza ancora più mirata di prima.

Ad esempio i contatti stretti: si tracciano continuando a considerare i due giorni precedenti la comparsa dei sintomi o il tampone per un lavoratore o un alunno che risulta positivo, ma se è positivo a una variante l’intervallo s’allunga fino ai 14 giorni precedenti. Anche la quarantena dei contatti s’allunga a 14 giorni dall’ultimo incontro col positivo, e non sarà possibile interromperla ad decimo giorno neanche con un tampone, che l’Ats proporrà ai contatti dopo le due settimane; e se il caso aveva una variante sarà un tampone molecolare, anziché antigenico. Quanto al rientro a scuola, i contatti che hanno fatto il tampone dovranno presentare un’attestazione del medico curante (se non lo fanno possono tornare dopo 14 giorni senza certificato), così come l’ex positivo, una volta guarito. Cambia anche l’identificazione in automatico dei contatti di un positivo, differenziata per ordine e grado. Per nidi e materne si conferma la procedura attuale, con la quarantena per gli alunni e gli insegnanti della stessa "bolla". Alle elementari, alle medie e alle superiori quando un alunno è positivo i suoi compagni di classe continueranno a essere considerati automaticamente contatti e gli insegnanti (sempre che abbiano rispettato le misure antiCovid, e non solo in aula ma anche in mensa o alla macchinetta del caffè) a non esserlo, ma dovranno fare un tampone molecolare, recandosi in un hub scolastico senza appuntamento, e nell’attesa dell’esito dovranno continuare a lavorare.

Se il positivo invece è l’insegnante, anche se ha rispettato tutte le misure gli alunni delle classi in cui ha fatto lezione d’ora in poi saranno automaticamente contatti; e se poi un altro insegnante delle stesse classi risulta positivo, o viene individuata una variante, anche tutti i colleghi che insegnano in quella o quelle classi vanno in quarantena a partire dall’ultimo giorno di scuola dell’ultimo caso positivo. L’Ats ha preparato una tabella, che definisce anche per chi scatta la quarantena quando risulta positivo un insegnante di sostegno (se ha lavorato in classe sono contatti tutti i compagni, altrimenti solo gli alunni che ha assistito) o un collaboratore scolastico (nei nidi e nelle scuole dell’infanzia vanno in quarantena solo i bimbi che ha assistito direttamente).

Ma la novità più macroscopica riguarda alcune misure per intervenire sistematicamente sui focolai. Se in un plesso il 30% delle classi registrerà almeno un caso di Covid, l’Ats "valuterà in base alle caratteristiche del cluster (numero di classi e soggetti coinvolti, presenza di varianti, eccetera) la sospensione delle attività in presenza per l’intero plesso scolastico" e "l’effettuazione di uno screening completo mediante tampone dell’intero plesso".

Qualora, poi, le classi con almeno un positivo al coronavirus raggiungessero il 50%, il plesso chiuderà in automatico e l’intera scuola, compresi gli alunni che non hanno compagni positivi, finirà in quarantena e didattica a distanza. Anche qui l’Ats valuterà "in base alle caratteristiche del cluster" se procedere con uno screening "dell’intero plesso" con i tamponi, che comunque "non sostituiranno" i test di fine quarantena al quattordicesimo giorno per i contatti stretti. Giulia Bonezzi