La scuola contro la violenza di genere

Valentina Pitzalis, arsa viva dal marito ma miracolosamente sopravvissuta, racconta la sua storia drammatica e piena di dolore

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L’istituto "Primo Levi" di Milano è da anni attivo contro la diseguaglianza e la violenza di genere, grazie a conferenze e progetti organizzati con l’associazione "Fare x bene onlus". Abbiamo parlato con Valentina Pitzalis. Le sue parole costituiscono una fondamentale lezione.

Valentina, che cosa ha pensato dopo che suo marito le ha dato fuoco?

"Inizialmente ho provato rabbia, tristezza, vivevo in uno stato di non accettazione. Ho pianto molto, ho covato rancore. Non riuscivo a guardarmi allo specchio, non mi riconoscevo. Poi ho capito che le lacrime e il rancore non mi avrebbero ridato indietro la mia vita e allora ho trasformato il rancore e l’odio in qualcosa di positivo.

Ha perdonato il suo ex marito? "Lui ha fatto una cosa mostruosa. Ho perdonato la persona, ma non il gesto. Il gesto che io ho subito è una cosa che non ha giustificazioni ed è imperdonabile".

Rifarebbe ciò che ha fatto in passato?

"Col senno di poi, sinceramente no. Il mio errore è stato non capire che quello che credevo amore in realtà era una forma di violenza psicologica".

Che consiglio vuole dare alle generazioni future?

" Direi di non fare quello che ho fatto io: sono un monito. Quello che è successo a me potrebbe succedere ad altre donne. Imparate a riconoscere i campanelli d’allarme: la violenza non è solo fisica, quella che si vede. Si dice che al primo schiaffo bisogna subito denunciare. No, al primo schiaffo non bisogna nemmeno arrivarci. Non credete alla frase: ‘Quando si ama si soffre’. Non è vero: chi ama non fa soffrire. Non fatevi togliere la libertà e mantenete la vostra individualità. Nessuno vi deve imporre il modo di comportarvi, di vestire, nessuno può decidere con chi potete uscire. Dovete decidere voi come volete essere. E non girate le spalle a chi ha bisogno di aiuto, distinguetevi da quelli che sono indifferenti, aiutate il prossimo, non fate ciò che non vorreste fosse fatto a voi. Frase fatta, ma vera"

Nonostante tutto, oggi è felice?

"Se mi avessi fatto questa domanda prima di ottobre, forse ti avrei detto di no perché ero ancora coinvolta in un’inchiesta in cui ero accusata dalla famiglia del mio ex marito (l’uomo è morto nel rogo da lui causato, ndr) di essere carnefice e non vittima. A ottobre è stata scritta la parola fine e adesso posso dire di essere felice"

Crede ancora nell’amore?

"Sì, nonostante tutto. Se mi guardo allo specchio, non mi vedo bella come prima, ma mi dico: ‘Dai, non sono così male!’. Ci sono stati momenti in cui mi vedevo brutta, ma se non avessi fatto lo sforzo di lasciare andare, di trasformare il male in bene, sarei rimasta al punto di partenza. Ho creduto di più in me stessa, cercando di camminare a testa alta, perché non ho fatto nulla di male. Credo nell’amore e spero che prima o poi arrivi qualcuno anche per me".

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