La ricetta della Zini contro il caro bollette

L’azienda di Cesano Boscone implementa il fotovoltaico, concretizza nuove assunzioni e coltiva un campo di grano a km zero

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di Francesca Grillo

La capacità di rimboccarsi le maniche per reagire ai tempi di crisi l’azienda Zini l’aveva già dimostrata durante l’emergenza Covid. Quando tutto si era bloccato, quando il mondo si era fermato, Zini ha continuato a sviluppare idee, progetti, per tornare in pista. E lo ha fatto puntando sulle risorse umane, assumendo personale in un momento in cui tanti erano costretti a licenziare.

Ora c’è da affrontare un’altra emergenza: quella energetica, dei rincari alle stelle, delle bollette raddoppiate, della scarsità delle merci che mettono a dura prova i produttori. Il settore alimentare, agricolo e tutta la filiera di distribuzione food ha subìto una batosta impressionante, con aumenti di materie prime e costi energetici. Anche da Zini le bollette sono lievitate del 50%. Nello stabilimento di Cesano si produce pasta fresca congelata seguendo le tradizioni di Euride Zini, fondatrice, nel 1956, del pastificio. Euride, originaria di Reggio Emilia, è stata per l’epoca rivoluzionaria: una donna imprenditrice che ci aveva visto lungo, mettendo in commercio la buona pasta fresca congelata. La determinazione e spirito imprenditoriale di Euride passavano anche da quello che oggi gli esperti chiamerebbero "ricerca e studio del mercato", per individuare meglio i prodotti da offrire. Con la stessa attitudine, il pastificio Zini si è evoluto e ha saputo rispondere alle esigenze del consumatore. Un esempio? Prodotti di alta qualità, con materie prime buone e rispetto per l’ambiente. "Questo è quello che cercano ora i consumatori - spiega il ceo di Zini Maurizio Vezzani -. Non è semplice continuare a lavorare e sviluppare progetti innovativi con le emergenze che viviamo, ma non ci arrendiamo e alla crisi rispondiamo con maggiore impegno". Un impegno che passa dallo sviluppo del progetto fotovoltaico, estendendone la dimensione rispetto al piano iniziale. Sia per affrontare l’aumento dei consumi energetici, sia per incrementare le iniziative che parlano di rispetto ambientale. Zini affronta la crisi con nuove assunzioni, puntando sui giovani, offrendo opportunità di crescita. E risponde ai rincari ampliando la filiera corta. È recente il progetto di coltivazione di un campo, tra Cesano e Milano, di grano antico Senatore Cappelli: 100% filiera italiana, etichetta "super pulita: grano antico a km0, acqua e un pizzico di sale", raccontano dall’azienda.

E ancora, nuove linee di produzione, per rispondere ai nuovi gusti dei consumatori. Il prodotto più venduto? Sono gli gnocchi di verdure: da questo riscontro Zini parte per sviluppare nuove versioni. Certo, non è semplice e la crisi si sente. Soprattutto per chi lavora esportando il cibo made in Italy all’estero, perché "si rischia di indebolire il mercato alzandone troppo i costi. Così, anziché mangiare gnocchi mangeranno più sushi", allarga le braccia Vezzani. "Anche i fornitori sono in crisi - aggiunge -: il grano è abbastanza stabile da alcuni mesi, ultimamente i rincari sono sui latticini. E poi c’è il costo degli imballaggi, della carne, dell’azoto che usiamo per surgelare, aumentato del 300%". Più o meno, le materie prime sono aumentate dal 40 al 60% e chi le utilizza per produrre cibo e surgelarlo è penalizzato su più fronti. Ma Vezzani ci tiene a sottolinearlo: "Abbiamo le spalle larghe e continuiamo ad affrontare le crisi reagendo con nuove idee. Non è semplice - conclude - e speriamo che le istituzioni possano intervenire per aiutare chi è in sofferenza. Ne usciremo: ci guida la passione per questo lavoro e tanta determinazione".

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