La plastica? Ancora troppo diffusa Sette Comuni le dichiarano guerra

La ricerca è nata nell’ambito del progetto Ecospedia che ha l’obiettivo di ridurre il consumo nell’Abbiatense

di Francesco Pellegatta

Un mondo di plastica. Il 70,3% dei cittadini che vivono nell’Abbiatense e nel Magentino acquista abitualmente prodotti preconfezionati o preparati al momento - e dunque consuma plastica –, mentre chi compra prodotti sfusi o materie prime non supera il 37% del totale. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca che Aica (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) ha promosso su 631 cittadini e su 60 commercianti del territorio. L’inchiesta è nata nell’ambito del progetto sperimentale Ecospedia, creato all’interno dell’app Junker dedicata al riciclo e avviata nei Comuni di Albairate, Cassinetta, Cisliano, Corbetta, Cusago, Morimondo e Ozzero. Un progetto lanciato insieme al Consorzio Comuni dei Navigli e Confcommercio con l’obiettivo di aiutare i cittadini attenti alla sostenibilità ambientale a scegliere per i loro acquisti i negozi “plastic free”, o comunque quelli che hanno limitato fortemente l’impiego di plastica.

Ecospedia è già operativo: per il momento sono 14 i negozi locali che hanno aderito alla rete, ma la prima fase è passata attraverso le centinaia di questionari distribuiti ai cittadini. Questionari dai quali emerge come il problema sia assai sentito nel territorio, nonostante in molti continuino a scegliere questo materiale per motivi di comodità o assenza di alternative. Per il 71% dei cittadini intervistati, infatti, gli imballaggi in plastica danneggiano l’ambiente. Per il 42% rappresentano uno spreco di beni e risorse economiche e solo il 13% li considera "insostituibili". Eppure il 43% è solito chiedere borse, confezioni o altro genere di imballaggi in plastica al momento dell’acquisto.

Se consideriamo gli esercenti, invece, sembra emergere una sensibilità “green” spiccata: quasi il 73% di loro tratta prodotti a basso o assente contenuto di plastica. Ma guardando al futuro le prospettive sono ancora migliori: il 91%, infatti, sarebbe disposto ad utilizzare imballaggi fatti da materiali alternativi. Per questi e altri motivi ora l’obiettivo di Ecospedia è allargare il più possibile la rete.

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