"La nostra casa sequestrata da giorni Lì finestre aperte, noi accampati"

Dopo l’incendio di domenica in via Vespri Siciliani 35, le famiglie sfollate aspettano risposte. Parla un inquilino con moglie e due bimbe: vorremmo rientrare, abbiamo preso solo l’essenziale

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di Marianna Vazzana

"Viviamo da accampati nel bilocale di mia cognata da quattro giorni. Non sappiamo quando potremo tornare a vivere a casa nostra e neppure quando potremo rimetterci piede almeno per chiudere le finestre, togliere il cibo dal frigorifero (senza corrente) e portar via la spazzatura. Abbiamo le mani legate". Fausto Cacciavillani, di 46 anni, è uno degli abitanti di via Vespri Siciliani 35, la palazzina del Giambellino che domenica scorsa è stata devastata da un incendio: fiamme divampate in un alloggio del primo piano per cause ancora da accertare. Fumo ovunque. Crolli di calcinacci. In totale otto persone (di cui due gravi) sono finite all’ospedale, tra le 18 intossicate. E 41 famiglie sono state sfollate. Tra queste c’è la famiglia Cacciavillani: papà Fausto, la moglie e le due figliolette di 15 mesi.

Dove vi siete sistemati?

"Ci sta ospitando mia cognata: siamo sei persone in un bilocale di neanche 50 metri quadri. Io e mia moglie siamo preoccupati perché non sappiamo nulla. Ipotizziamo ci vorrà molto tempo prima di poter rientrare a casa nostra, che al momento è tra i quattro appartamenti posti sotto sequestro per le indagini essendo proprio di fronte all’alloggio che si è incendiato".

Come fa a sapere che è sotto sequestro?

"È nel verbale rilasciato da vigili del fuoco e carabinieri: sequestrata l’intera area a sinistra del primo piano, con 4 appartamenti, tra cui il nostro, e la porzione di corridoio. Io e mia moglie non abbiamo idea di quanto tempo ci vorrà per il dissequestro: nel frattempo che cosa possiamo fare? Cercare una casa temporanea per qualche mese? Quanti? Nessuno ci dice nulla. E poi ci preme un’altra cosa, nell’immediato".

Cosa?

"Proteggere il più possibile la nostra casa, evitare che si rovini ulteriormente: le finestre sono aperte, e se dovesse piovere si allagherebbe tutto, c’è cibo nel frigorifero rimasto senza corrente, tra cui la carne, spazzatura da portare via, compresi i pannolini delle bambine. Non sappiamo a chi rivolgerci".

Dove eravate quando è scoppiato l’incendio?

"Eravamo a pranzo fuori. Un bene: avremmo rischiato grosso. Non voglio nemmeno pensarci".

Siete riusciti a entrare in casa, quel pomeriggio?

"Sì, per pochi minuti, accompagnati dai vigili del fuoco che una volte spente le fiamme ci hanno consentito di rientrare per recuperare oggetti personali e beni di prima necessità. Io e mia moglie abbiamo riempito in fretta due valigie e poi siamo andati via di corsa. Ma non immaginavamo mai che non avremmo più potuto rimetterci piede, chissà per quanto tempo".

Avete notato dei danni?

"L’appartamento è in ordine e non è stato danneggiato dall’incendio. Solo il muro esterno, il più vicino all’alloggio bruciato, è completamente annerito e con delle crepe. E a maggior ragione vorremmo evitare che la casa possa rovinarsi ulteriormente. Vorremmo avere delle indicazioni, soprattutto sulle tempistiche. Io e mia moglie non possiamo neanche pensare di portare le bambine al mare, lasciando la casa totalmente in abbandono".

Ci sono famiglie già rientrate?

"Al momento no. Ci siamo tutti sistemati altrove, la maggioranza da parenti o amici".

Come vi organizzate, nella quotidianità?

"Stiamo cercando di riprendere la vita di prima, al netto di non essere più a casa nostra: io lavoro in smartworking, mia moglie in ufficio, le bimbe vanno al nido. Cerchiamo di mantenere un clima sereno. Stiamo bene, questo è l’importante".

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