La madre del bimbo ucciso dà un altro figlio al killer

Nel frattempo lei si è anche costituita parte civile nel processo per omicidio Testimonierà insieme ai poliziotti intervenuti quella sera contro il marito

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Si tornerà in aula il 19 giugno per la prima udienza vera (per ora solo formaltà) del processo a carico di Alija Hrustic, accusato di avere torturato e lasciato morire dopo una notte di agonia il suo piccolo di due anni. La moglie e madre del bimbo, ieri mattina, era in udienza assistita dall’avvocato Patrizio Nicolò: la donna è la sua unica accusatrice, ha annunciato di volere testimoniare contro di lui, si è costituita parte civile, dopo aver dato alla luce, nei mesi scorsi, un altro bimbo dallo stesso padre. Una storia di degrado morale e sociale terribile, fatto di droga, violenze e torture.

Tutti i bambini sono stati tolti alla donna, quello avuto di recente con il marito (era in gravidanza il giorno dell’omicidio del piccolo di due anni) e anche gli altri figli più grandi avuti dall’uomo. Hrustic dovrà rispondere anche di maltrattamenti aggravati nei confronti della donna e nei confronti degli altri due figli che sono stati dati in adozione. La donna era nell’appartamento di via Ricciarelli la notte del delitto, il 22 maggio 2019. Quando arrivarono i poliziotti, (che saranno sentiti come testimoni nella prossima udienza), avvisati dallo stesso Hrustic un paio di ore dopo l’omicidio, la donna vegliava il corpo senza vita del bambino. L’assassino dopo una notte di delirio in cui, strafatto di droga, aveva preso a pugni in testa e al petto il piccolo, era uscito di casa per andare da un cugino, lasciando il bambino rantolare, in agonia.

Ieri mattina la Corte d’Assise ha conferito al perito l’incarico per la trascrizione delle telefonate e delle intercettazioni ambientali raccolte nell’indagine del pm Giovanna Cavalleri. Che cosa si sono detti l’uomo e la moglie dopo quella notte? Nella prossima udienza del 19 giugno verranno ascoltati, oltre agli agenti di polizia intervenuti sul posto, anche due soccorritori della Croce Rossa. Stando all’inchiesta condotta dalla Squadra mobile, a provocare la morte del bambino, dopo che per tutta la notte e per i due giorni precedenti aveva subito le violenze del padre, furono i colpi alla testa che gli procurarono uno sfondamento della fronte. Nell’avviso di chiusura indagini si legge che il padre lo ha colpito con "calci e pugni", provocato "almeno tre bruciature con l’estremità di sigarette accese" e gli ha ustionato i piedini "con una fiamma viva". Sempre stando alle ricostruzioni, Hrustic avrebbe messo il bambino sulla fiamma del gas per impedirgli di camminare.Anna Giorgi

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