La lotta al caporalato: aziende agricole latitanti

Solo 238 sulle 46mila in Lombardia hanno aderito alla Rete del lavoro Inps. Il rapporto Agromafie: è del 20% il tasso di irregolarità nell’occupazione

Migration

di Federica Pacella

Contratti non rispettati, lavoro nero: nelle campagne lombarde, il tasso di irregolarità dell’occupazione è del 20%. Lo rileva il VI rapporto Agromafie e caporalato dell’osservatorio “Placido Rizzotto”, nato nel 2012 su proposta della Flai Cgil, per indagare l’intreccio tra la filiera agroalimentare e la criminalità organizzata, con focus su caporalato e infiltrazione delle mafie nella gestione del mercato del lavoro agricolo. Di fatto, in quasi tutte le regioni il tasso di irregolarità supera il 20%, con picchi del 40% in regioni agricole del Sud. "La Lombardia si attesta sul 20-23% – spiega Alberto Semeraro (nella foto), segretario generale lombardo della Flai –. Come lo leggiamo? La percentuale è più bassa che in altre regioni, è vero, ma dall’altra parte la Lombardia è la prima regione agricola d’Italia, con 50mila aziende agricole. Quel 20-23%, allora, significa numeri enormi, non paragonabili con altre realtà".

I più esposti alle irregolarità sono i lavoratori più vulnerabili economicamente e socialmente, a partire dai lavoratori stranieri. "Il problema si articola su due livelli – prosegue Semeraro –. Il primo è lo sfruttamento della forza lavoro, per cui si paga meno di quello che si dovrebbe. Il secondo livello è relativo ai periodi di raccolta, come la vendemmia o la raccolta della frutta, per cui l’azienda ha bisogno di avere in campo molte persone, competenti, in tempi stretti. In quel contesto nascono gli episodi di caporalato. Le aziende, soprattutto in passato, si mettevano in mano alle cooperative, non sempre sane, che fornivano manodopera a basso costo, sgravando dagli oneri le imprese. Mi permetto di dire che, su questo fronte, la situazione è migliorata, grazie ad alcuni casi che sono emersi anche su nostro impulso".

Per disincentivare il caporalato, dopo la legge 1992016 è stata istituita presso l’Inps la Rete del lavoro agricolo di qualità, per selezionare imprese agricole che, su presentazione di apposita istanza, si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Per ora, però, questo strumento non sembra essere decollato. In Lombardia (secondo l’elenco Inps aggiornato alla fine del 2021), risultano iscritte 238 aziende agricole lombarde su 46mila: solo Bergamo e Mantova risultano nelle top-25 elencate nel report dell’Osservatorio. L’agricoltura resta, per ora, residuale rispetto alle attività su cui le mafie hanno allungato le mani in Lombardia, ma tra i beni confiscati risultano anche 34 terreni agricoli, distribuiti fra tutte le province lombarde.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro