La lezione del senatore Comincini "Mai più errori, basta paracadutati"

"Dal 2008 sconfitti alle Politiche. Dobbiamo ritrovare l’identità. e ricominciare un percorso. partendo dai nostri territori"

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A casa del senatore il Pd rimane il primo partito con il 24,7%. Al secondo posto si piazza Fratelli d’Italia (21,6%), ma al terzo c’è Azione (13,2%) e non i 5 Stelle (8,3%). Cernusco, feudo rosso della Martesana, non tradisce. Eugenio Comincini, tornato tra i democratici dopo un passaggio con Matteo Renzi, non ha dubbi : "Dobbiamo ripartire dal territorio".

Riforma o protesta?

"È il primo problema che il partito dovrà chiarire al congresso. Non possiamo essere Macron e Mélanchon contemporaneamente, salvo finire sconfitti, come domenica. Il Pd deve fare il punto sulla propria identità".

I sindaci sono l’esempio da seguire?

"Senza dubbio. Il territorio è capace di confezionare proposte che camminano sulle gambe dei leader giusti e gli elettori ci premiano. La verità è che dal 2008 non abbiamo mai vinto le politiche, mentre raccogliamo risultati lusinghieri nei comuni e nelle regioni. Dobbiamo riprendere il modello locale ed evitare i paracadutati".

Anche da voi?

"Assolutamente. Se non si rispettano i percorsi personali, non si può vincere. Dobbiamo smettere di piazzare chi non c’entra nulla con il contesto. La nostra base, che si impegna per passione, è disorientata di fronte a certe scelte".

Il prossimo passo?

"Riconoscere gli errori. Non solo quelli di queste settimane, ma degli ultimi anni. Senza questo ‘purgatorio’ allungheremo solo l’agonia. Un’altra débâcle del genere e rischiamo di implodere".

Lei ha chiesto a tutti una riflessione profonda.

"Sì credo sia indispensabile. Dobbiamo capire il ruolo dei diritti sociali nel futuro Pd e anche quello che per noi deve avere il Nord, che continua a trainare il partito e il Paese. Le risposte a queste domande sono essenziali per scegliere quali alleanze stringere".

Ha deciso di non candidarsi a questa tornata.

"Ho voluto interrompere il mio impegno a Roma. È stato un onore servire il Paese, ma per me era il momento di fermarmi".

Correrà alle regionali?

"Mi sono preso qualche mese sabbatico. Ho chiesto l’aspettativa fino a dicembre, il 13 ottobre si riunirà il nuovo Parlamento e il mio compito a Palazzo Madama sarà finito. Voglio riflettere attentamente sulla possibilità di proseguire il mio cammino. Non è scontato. Se andrò avanti, mi confronterò con il partito. Ma non escludo di tornare a fare ‘solo’ il militante".

Barbara Calderola

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