La Lega chiede ai consiglieri 3mila euro per la campagna

Durante la riunione di martedì tra il segretario della Lega Lombarda, Fabrizio Cecchetti, il governatore Attilio Fontana, gli assessori e i consiglieri regionali del Carroccio si è certo discusso degli scenari che potrebbero prendere quota in occasione delle prossime elezioni Regionali, a partire dalla candidatura di Letizia Moratti e dalla correlata necessità di far quadrato intorno al governatore uscente, intenzionato a correre per un secondo mandato. Ma in quella riunione si è parlato soprattutto dell’imminente appuntamento delle elezioni Politiche, fissate al 25 settembre, e dell’organizzazione di una campagna elettorale del tutto anomala: sarà breve, durerà due mesi scarsi, e uno di questi due mesi sarà quello di agosto.

Accanto ai temi di più alta politica che spesso, volentieri – e talvolta a sproposito – riempiono i resoconti giornalistici, si sono toccati, come è ovvio e logico che fosse, anche temi più concreti, più materiali, più strettamente organizzativi. Un esempio su tutti: con quali soldi finanziare la campagna elettorale lampo? E su questo punto è finita che diversi consiglieri regionali della Lega abbiano storto il naso. Sì, perché tra le richieste avanzate dalla segreteria c’è stata anche quella di un versamento extra da parte degli stessi consiglieri regionali. In soldoni – è proprio il caso di dirlo – ciascuno dei 30 consiglieri leghisti dovrà versare tremila euro per finanziare la campagna elettorale per le Politiche.

Nessun dubbio sul fatto che i diretti interessati faranno quanto richiesto dalla causa: il Carroccio è da sempre un partito ordinato e disciplinato. Ma pochi lo faranno a cuor leggero. Il contributo una tantum da tremila euro va infatti ad aggiungersi ai 2.200 euro che ogni consigliere regionale della Lega devolve ogni mese al partito per consentirne le iniziative e per finanziarne il funzionamento. Il gruppo consiliare ha dei collaboratori che ne curano la comunicazione ma – altro motivo che martedì ha contribuito a creare qualche mal di pancia di fronte alla richiesta dei tremila euro – qualora un consigliere voglia assumere un collaboratore che gli curi la comunicazione istituzionale, dentro e fuori i social network, deve farlo di tasca propria. Senza contare che il partito da tempo non copre più le spese di trasferte e pranzi di lavoro e, infine, che i consiglieri regionali – quale che sia il partito – non godono di trattamenti pensionistici. Considerato tutto questo, quei tremila euro per la campagna elettroale sono andati di traverso a più di un consigliere, anche se, meglio ricordarlo, lo stipendio di un consigliere semplice è di 8mila euro.

Giambattista Anastasio

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