di Barbara Calderola
Allarme a sorpresa in tutto l’hinterland, è cominciata così la maxi-esercitazione della protezione civile sul territorio e le tute gialle sono scese in campo simulando diverse situazioni di pericolo. Operazione Boschi sicuri 2023, obiettivo, verificare le forze in azione. È il primo grande stress-test dopo la pandemia. Massiccia la risposta, si sono messi in servizio 300 volontari coordinati da Città Metropolitana. Diversi gli scenari negli 11 cantieri sparsi nell’area, da Lacchiarella a Vaprio e Trezzo, a Cusano e Locate Triulzi fino a Peschiera Borromeo. Tante le attività previste dalla prova: impiego della motosega, prevenzione di incendi con la pulizia di rovi e rami, uso delle idrovore per fare fronte a esondazioni e allagamenti collegati al rischio idrogeologico, ricerca di persone scomparse con l’aiuto dei vigili del fuoco e delle unità cinofile. La giornata si è conclusa con il bilancio generale all’Idroscalo. L’allerta è scattata sabato sera e ha subito messo in moto la macchina organizzativa del Comitato di coordinamento del corpo (Ccv-Mi) e degli Enti del terzo settore.
Un vero e proprio esame per le donne e gli uomini in servizio attivo, chiamati a rispondere a una domanda chiave: cosa succederebbe se si verificasse un’emergenza nell’area metropolitana? Un modo per mettersi alla prova, per capire potenzialità e criticità e testare la sinergia tra istituzioni, ex provincia e no-profit.
"In questo modo si inquadra l’attività di formazione sulla sicurezza e sull’uso degli strumenti - dice il presidente del Ccv Dario Pasini - ogni gruppo ha capito le proprie capacità di intervento-reazione, ma anche la sala operativa e tutta la catena di comando hanno potuto misurare risorse e difficoltà in quello che è un gioco di squadra".