"La fisica quantistica non morde"

Gabriella Greison in scena a Lainate con il suo spettacolo su una cena che cambiò la storia

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di Roberta Rampini

Laureata in fisica, scrittrice, giornalista e attrice teatrale. L’Huffington Post l’ha definita "la donna della fisica divulgativa in Italia", la scienziata milanese da anni è diventata anche star sul palcoscenico per dimostrare che la fisica non è affatto difficile da comprendere: Gabriella Greison (nella foto) porterà domani alle 20.45 il suo spettacolo “1927. Monologo quantistico” all’Ariston Urban Center di Lainate, nell’ambito della festa della Filosofia.

Cosa racconti al pubblico nel tuo monologo?

"Lo spettacolo è tratto dal mio libro ‘L’incredibile cena dei fisici quantistici’. È il mio primo spettacolo in assoluto, in 9 anni ho fatto quasi 700 repliche nei teatri di tutta Italia ma anche nelle scuole. Racconta come è nata la fisica quantistica partendo da una fotografia datata 1927, scattata a Bruxelles, a margine del V congresso Solvay, con il più grande ritrovo di cervelli della storia. Porto in scena aneddoti, fatti di vita, lati umani, tic, manie, dei fisici del XX secolo che hanno creato il nostro mondo: Einstein, Niels Bohr, Schroedinger, Dirac, Pauli, Plank, Lorentz, Heisenberg, Marie Curie e tutti gli altri".

Come riesci a ‘tradurre’ concetti e racconti di fisica quantistica in modo che siano comprensibili a tutti e piacevoli da ascoltare?

"Nel caso del Monologo quantistico è proprio partendo dalla vita reale di questi straordinari scienziati, dalle loro passioni, debolezze, che con un linguaggio dolce e fatto di poesia racconto di quei giorni del 1927 che hanno cambiato le sorti della storia, che hanno permesso, per esempio, la nascita della tecnologia che oggi riempie la nostra vita. Probabilmente pochi sanno che senza la meccanica quantistica oggi non potrebbe esistere lo smartphone che abbiamo sempre con noi. Io spiego questo e molti giovani uscendo dallo spettacolo mi dicono ‘grazie, finalmente ho capito la fisica’ o ancora ‘se a scuola avessi avuto gli stessi stimoli probabilmente non avrei preso tanti 4’. Insomma avvicino il pubblico alla fisica".

Parli di giovani e scuola. Sei mai salita in cattedra?

"Si, quotidianamente e in media in due istituti scientifici ogni mattina. A volte mi sento come un jukebox, loro mi chiamano e io racconto storie di fisica e di personaggi del passato, uomini e donne, protagonisti della scienza. E lo faccio ogni volta con la stessa passione e in modo anticonformistico".

L’incipit del tuo blog recita ‘la mia missione nella vita è quella di liberare il mondo dalla paura per la fisica’. Ci stai riuscendo?

"Certo, il pubblico riempie i teatri e compra i miei libri, vuol dire che sono sulla strada giusta".

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