La fanciullezza resta negata a troppi bambini La legislazione esistente non li tutela abbastanza

La Dichiarazione dei Diritti Umani elenca le prerogative inalienabili che tutti possiedono.

Francesco D’Adamo, racconta storie di coraggio, di ribellione per spiegare il mondo in cui viviamo. Il suo romanzo "Storia di Iqbal", ispirato ad una storia vera di lotta contro lo sfruttamento minorile, è diventato un bestseller tradotto in tutto il mondo e insignito di numerosi riconoscimenti sia in Italia sia all’estero. Un romanzo denuncia, commosso e indignato, che mette in luce il valore della libertà e della memoria che va salvata a ogni costo, perché senza di essa non c’è speranza alcuna per le future generazioni.

Tanta violenza perpetrata su minori, a noi vicini o lontani che siano, travalicano diritti inalienabili di bambini che vivono in condizioni di estrema povertà. Sembra che l’Umanità intorpidita dal dio denaro, non si interessi dei bisogni del fanciullo legalmente tutelata da diritti non sempre attuati.

La Dichiarazione dei Diritti Umani, disponibile in oltre 500 lingue, è un documento epocale, che dichiara i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, compresi i bambini, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere. La Dichiarazione, composta da un preambolo e 30 articoli, fu scritta con la collaborazione di rappresentanti di ogni religione e tradizione legale, venendo globalmente accettata col tempo come un “contratto” tra i governi e i cittadini del mondo.

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