"La diffusa illegalità nel sistema delle gare"

Una dipendente comunale “pienamente consapevole“ aiutava Manco, un’altra avrebbe dovuto subentrargli

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di Roberta Rampini

Membri di commissione che avrebbero svolto un "ruolo di mera presenza" e che seguivano "pedissequamente le indicazioni di Manco". Una dipendente comunale (indagata e non arrestata) che "coadiuvava Manco nella piena consapevolezza di favorire un’azienda mediante il turbamento della gara". E un’altra dipendente comunale (non indagata), "destinata – successivamente al pensionamento di Manco – a ricoprire il medesimo ruolo nel Comune di Cornaredo".

"Diffusa illegalità nel sistema delle gare d’appalto", appunti scritti, incontri riservati in prossimità della scadenza per il deposito delle offerte, correzioni (grandi o piccole), mazzette e regali. Era il modus operandi di Massimo Manco, 64 anni, in pensione dallo scorso dicembre, responsabile dell’Area servizi generali e sociali del Comune di Cornaredo e della Centrale unica di committenza, arrestato martedì mattina per corruzione negli appalti per l’affidamento dei servizi di ristorazione collettiva scolastica, per il servizio di trasporto scolastico e per il servizio di pulizia delle strutture comunali di Cornaredo e di altri Comuni.

"Manco è il numero uno, il migliore in assoluto...", dice Sparacino in una delle conversazioni telefoniche intercettate. Nelle 253 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip Tiziana Gueli è ben descritto il sistema di tangenti e di gare truccate che aveva consentito a Manco di affidare l’appalto alle imprese che lo riempivano di soldi e regali. L’ex funzionario comunale incontrava Carmelo Sparacino, rappresentante della Fabbro Food spa, anche lui arrestato, sia nelle sua abitazione di Pregnana Milanese che nell’ufficio comunale presso il centro Melograno di via Brera, sede della Centrale unica di committenza costituita nel settembre 2017 dai Comuni di Cornaredo, Settimo Milanese, Bareggio e Arluno. Manco sarà interrogato oggi o domani dal Gip milanese.

Cosa succederà ora agli appalti assegnati con il “metodo Manco“? La dipendente comunale indagata è stata sospesa? Chi doveva controllare o vigilare sull’operato di Manco? Nelle indagini della Guardia di finanza ci sono anche altri appalti assegnanti con turbativa di gara oltre a quelli già emersi? Ma davvero nessuno in Comune si era accorto degli illeciti commessi dal responsabile unico del procedimento?

Sono tante le domande, ma dal Comune non arriva alcuna risposta. Il sindaco Yuri Santagostino ha scelto il silenzio perché in questa fase dell’inchiesta gli sembra sia il modo corretto per "tutelare l’amministrazione". Nessun commento o reazione neppure da parte delle forze politiche d’opposizione.

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