La città abbraccia Omar "Poteva accadere a noi"

Esercenti e professionisti si sono fermati un’ora in memoria del barista massacrato da due clienti ubriachi che aveva allontanato. "Abbiamo paura"

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di Roberta Rampini

Dicono no alla violenza i commercianti di Pero e abbassano le serrande per un’ora. Nastrino nero a lutto, un cartello con la scritta #perocontrolaviolenza #iononcisto! ciao Omar, ieri pomeriggio dalle 15 alle 16. Il momento di cordoglio è stato organizzato dai commercianti in segno di vicinanza alla famiglia di Omar Ismael, il 57enne egiziano massacrato di botte da due clienti ubriachi che aveva allontanato dal locale in cui lavorava, il Dandana Caffè di via Figino, e morto sabato pomeriggio. Tutti hanno aderito: negozi, bar, ristoranti, agenzie immobiliari, officine, mini market, anche molti studi e uffici pur non avendo saracinesche da abbassare hanno esposto il cartello e condiviso le foto sui social. Tutti lo hanno fatto spontaneamente, italiani, cinesi, peruviani, "perché Omar era uno come noi", commenta il titolare di una pizzeria.

"Siamo tutti scossi da quello che è successo, abbiamo aderito perché ci riguarda, perchè sarebbe potuto succedere a chiunque di noi - dichiara Angelo Brignoli, presidente della delegazione commercianti –. Noi abbiamo questa attività dal 1953, non ci sono mai stati problemi, ma purtroppo la situazione negli anni è peggiorata, i nostri parchi pubblici la sera diventano il luogo di ritrovo di gente che beve e poi vediamo quali sono le conseguenze". Da via Sempione, fino alla via XXV Aprile, tutti chiusi e in silenzio. Qualcuno ha atteso con le braccia incrociate fuori dal negozio, "una vita vale molto più di un’ora di lavoro". Tutti chiedono sicurezza e controlli straordinari da parte delle forze dell’ordine, "alla sera non sono tranquillo quando chiudo il bar. Adesso che arriva l’autunno e fa buio presto ho anche pensato di abbassare prima la serranda", racconta il titolare di un bar.

Davanti al Dandana Caffè, chiuso per lutto da sabato scorso, tanti mazzi di fiori. Tra questi ce n’è uno con un bigliettino scritto a mano: "Ciao Omar, non ti conoscevo, non ero mai entrata nel tuo locale, ma la brutalità e la cattiveria che hai subito è qualcosa di atroce. Oggi noi cattolici ti abbiamo ricordato e abbiamo pregato per te".

Silenzio e cordoglio. Ma anche rabbia, "non si può morire in questo modo", commentano al bar poco distante. Secondo quanto raccontato dal titolare del locale, non era la prima volta che i due ucraini andavano al Dandana Caffè e dopo aver bevuto davano fastidio. Martedì scorso avevano esagerato e Omar li aveva invitati a uscire. La loro reazione è stata violenta: lo hanno colpito con calci, pugni e un posacenere di vetro. Nella caduta il 57enne ha battuto violentemente la testa. Trasportato all’Humanitas di Rozzano, ha lottato tra la vita e la morte, ma è deceduto sabato pomeriggio nel reparto di rianimazione.

I suoi aggressori, due ucraini di 26 e 38 anni, con precedenti di polizia, arrestati e sottoposti agli arresti domiciliari subito dopo i fatti con l’accusa di lesioni gravissime, domenica pomeriggio sono stati arrestati e tradotti nel carcere di Milano San Vittore con l’accusa di omicidio volontario aggravato in concorso. Per ricordare Omar questa sera alle 20 ci sarà una fiaccolata silenziosa che attraverserà il paese.

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