La carica dei presidi Dieci le conferme

Le nomine del Provveditorato premiano l’impegno consolidato dei dirigenti. Due i trasferimenti in Sicilia

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di Barbara Calderola

La scuola senza presidi non riparte. Sono arrivate le nomine dall’ex Provveditorato lombardo e il grosso dei dirigenti dell’Adda Martesana resterà: dieci conferme, qualche novità e due reggenze. Questo il contenuto del paniere che rimette in moto la vita in aula, in vista del ritorno in classe a settembre. Nutrito l’elenco di chi ha scelto di restare proseguendo un percorso in molti casi consolidato, con un progetto didattico e organizzativo di lunga gittata. E con il Covid i capi di istituto hanno superato la prova del fuoco. In tanti hanno scelto la continuità. Giusi Ditroia guiderà ancora l’istituto comprensivo Armando Diaz a Vaprio; Graziella Ercoli il Leonardo da Vinci a Cologno; Alessandro Fanfoni l’Iqbal Masih a Pioltello; Gustavo Matassa il Marisa Bellisario a Inzago; Michelina Matera il Machaiavelli a Pioltello; Claudio Mereghetti il Margherita Hack a Cernusco, Monica Meroni il Daniela Mauro a Pessano con Bornago; Anna Negri il liceo Giordano Bruno a Melzo, Laura Pecorini l’istituto comprensivo a Melzo; Francesco Perrini l’Itcg Jacopo Nizzola a Trezzo sull’Adda e Gabriella Sesana il Gandhi a Trezzano Rosa.

Novità invece a Gorgonzola, dove all’Iti Marconi c’è un passaggio di testimone. Alessandro Colombo lascia e dal Trentino Alto Adige al suo posto arriva Matteo Lusso. Addio pure per la dirigente dell’Istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Cernusco Maria Cristina Costanzo, che ha chiesto e ottenuto il trasferimento in Sicilia. Stessa Regione cui è destinata un’altra preside, quella del Comprensivo Quintino Di Vona di Cassano d’Adda Maria Miceli. Per ora l’Ufficio scolastico regionale non ha nominato sostituti, è possibile anche un interregno in attesa dei nuovi titolari.

E mentre in molte scuole fervono le manutenzioni estive per accogliere i ragazzi in ambienti più gradevoli, a Cernusco non si ferma l’indagine sull’incendio che dieci giorni fa ha cancellato quindici metri quadrati di facciata all’elementare di largo Cardinal Martini. A scatenare le fiamme non è stato un piromane come temuto in un primo momento, ma un cortocircuito. Anche se non si sa ancora come sia potuto succedere in un polo inaugurato nel 2017 e all’avanguardia. L’inchiesta chiarirà le responsabilità.

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