"La caldaia resta lì dov’è" Ordinanza e appello del sindaco: si mobiliti l’intera comunità

A dicembre il Comune era stato costretto a chiudere la scuola per aggiustare la caldaia che aveva lasciato al freddo un’altra volta un intero rione e l’istituto "Le ali della libertà". A Pozzo, residenti e alunni condividono l’impianto. Una scelta difficile, ma obbligata, altrimenti sarebbero rimaste al gelo 200 famiglie in via Roma. Storia vecchia che si si trascina da anni, ma con il fallimento del gestore della centrale termica i nodi sono venuti al pettine. Nasce tutto dalla mancata manutenzione che segue la parabola discendente della società. Ma adesso la guerra per avere acqua e temperature accettabili segna un altro capitolo dopo l’assemblea pubblica in cui l’amministrazione ha voluto fare il punto della battaglia con abitanti e genitori. Il sindaco Andrea Villa ha firmato un’ordinanza per bloccare la vendita della stufa annunciato dalla proprietà. "Eliminarla significherebbe lasciare tutti all’addiaccio: più 600 persone e altrettanti ragazzi: impossibile". Da qui il provvedimento che ha portato alla tregua: la ditta, infatti, ha rinviato l’operazione fissata per ieri. Nel mezzo ci sarebbe lo spazio per completare il salvataggio messo a punto dalla giunta che si accollerebbe la caldaia senza più dover dipendere da altri. A metterle i bastoni fra le ruote però "è stato il comitato dei creditori per un cavillo, la quantificazione da parte nostra dei conti, che ancora non possiamo fare", spiega il primo cittadino. Che d’altra parte, invece, ha incassato il sì del curatore fallimentare e quindi spera "di arrivare presto alla soluzione del problema". Doppiamente increscioso, "perché in caso di guasto dobbiamo scegliere chi lasciare al freddo". I guai sono cominciati con la convenzione che una decina di anni fa aveva previsto in zona il teleriscaldamento, poi diventato un normale impianto a metano, che alimenta case, istituti , medie ed elementari, e una palestra". La centrale termica era andata in blocco anche a ottobre. Ma per i lavori serviva tempo e così era scattato lo stop delle lezioni. Anche la minoranza ha chiesto una soluzione e il Comune ha rotto gli indugi, "ma il dossier si è incagliato nelle maglie della burocrazia". Per sbloccare l’impasse Villa chiede che "si mobiliti l’intera comunità". Bar.Cal.

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