La battaglia per l’edicola "Torni dov’era 15 anni fa"

Erminio Giacoppo fu costretto a spostarsi per i lavori in piazza Piemonte. Ora i giudici gli hanno dato ragione: il Comune trovi una soluzione con lui

di Nicola Palma

Ha combattuto nelle aule giudiziarie per quindici anni. Ha perso in primo grado. Ha perso in Appello. Alla fine, però, ha vinto ai supplementari, ottenendo la revocazione della sentenza che gli aveva dato torto per la seconda volta e guadagnandosi il diritto di trattare con il Comune per far tornare indietro le lancette al 2006. Cioè all’anno in cui Palazzo Marino dispose lo spostamento temporaneo dell’edicola di Roberto Erminio Giacoppo dal centro di piazza Piemonte alla vicina via Buonarroti per consentire alla Cooperativa Piemonte di realizzare un parcheggio interrato davanti al Teatro Nazionale (con riqualificazione dell’intera area in superficie). Di quell’intervento avrebbe dovuto beneficiare pure il punto vendita di Giacoppo, visto che il progetto originario autorizzato dalla Sovrintendenza prevedeva la ricollocazione del chiosco nello stesso punto di prima, all’interno di un apposito corpo in muratura che avrebbe dovuto contenere sia i servizi per l’autosilo che attività commerciali. Peccato che nel 2010 l’amministrazione cambiò completamente idea: al termine "di un’istruttoria condotta in assenza di contraddittorio con l’interessato", si legge nell’ultimo verdetto sulla vicenda, informò Giacoppo della decisione di "dar luogo a una "diversa determinazione in ordine alle strutture" emergenti sulla superficie della piazza, preannunciando che la presenza dell’edicola all’interno di quelle strutture non sarebbe stata più prevista e che anzi la parte di esse da destinare alle preesistenti attività commerciali doveva essere demolita, in quanto realizzate in seguito a modifiche dell’originario progetto non assentite dalla Sovrintendenza". In sostanza, Giacoppo finì suo malgrado nell’arcinota polemica sul cosiddetto "ecomostro" di piazza Piemonte, che, dopo le proteste dei cittadini e le prese di posizione bipartisan della politica, fu notevolmente ridimensionato: via la parte destinata al commercio, rimase in piedi solo il necessario per consentire agli utenti di raggiungere i posteggi. E via Buonarroti?

Altra beffa: il 26 ottobre 2011, il Comune fece sapere all’edicolante che quella postazione non aveva i requisiti. La guerra legale scattò subito dopo, anche se inizialmente i litiganti provarono senza esito a trovare un accordo: all’esercente furono proposte altre località che lui ritenne "vessatorie ed estorsive". Si arrivò così alle sentenze, entrambe negative per Giacoppo. Che non si è fermato, e ha chiesto la revocazione del pronunciamento di secondo grado, difficilissima da ottenere non foss’altro perché presuppone che i giudici del Consiglio di Stato smentiscano altri giudici del Consiglio di Stato. È successo: per il collegio presieduto da Fabio Franconiero, il Comune ha scelto di non ricollocare l’edicola in piazza Piemonte senza alcuna motivazione e "in palese ed evidente disparità di trattamento". Senza dimenticare l’assenza di contraddittorio con la parte in causa, esclusa dal processo decisionale che lo riguardava in prima persona. E ora? Il chiosco deve tornare al suo posto. Quindici anni dopo.

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