L’omicidio di Lamaj come in un film

Ricostruite dai carabinieri le sequenze con cui è stato ucciso e poi fatto sparire l’albanese trovato in un pozzo

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di Stefania Totaro

Ricostruite come in un film le sequenze con cui è stato ucciso e poi fatto sparire Astrit Lamaj, seguendo la sceneggiatura del pentito che impersonava se stesso, mentre un manichino faceva la parte della vittima. È il video che i carabinieri del Nucleo investigativo di Monza hanno eseguito sull’omicidio dell’albanese residente a Genova, scomparso a 42 anni, a gennaio 2013, e rinvenuto cadavere nel gennaio 2019 dentro un antico pozzo artesiano del residence in ristrutturazione “Villa degli Occhi“, a Senago.

A scoprire le carte sul delitto è stato Carmelo Arlotta, muggiorese diventato collaboratore di giustizia, secondo cui Astrit Lamaj è stato attirato con la scusa di una compravendita di marijuana in un box a Muggiò, stordito con un colpo contundente e strangolato con un filo di nylon.

Mandante dell’assassinio, per il pentito, è stata Carmela Sciacchitano, 64enne residente a Genova che voleva vendicarsi perché l’albanese l’aveva lasciata, dopo averle rubato da casa gioielli per 100mila euro. Lei, il collaboratore di giustizia e il fratello Angelo Arlotta hanno scelto il processo abbreviato, ancora in corso, mentre al dibattimento davanti alla Corte di Assise di Monza sono imputati di concorso in omicidio volontario il cugino di Carmelo Arlotta, Francesco Serio, di Muggiò, e soltanto di distruzione di cadavere Cosimo Mazzola, di Cabiate nel Comasco, entrambi detenuti in carcere per questa vicenda.

Ieri il pm della Procura di Monza Rosario Ferracane, titolare delle indagini, ha chiamato in aula il maresciallo maggiore che ha fatto da “regista“ per il film sulla morte di Astrit Lamaj.

"Dopo le dichiarazioni di Carmelo Arlotta, nell’ottobre del 2019 abbiamo deciso di eseguire con lui e di filmare una ricognizione dei luoghi con la ricostruzione dei fatti, utilizzando un manichino per rappresentare Astrit Lamaj" ha spiegato l’appartenente al Nucleo investigativo.

Intanto il difensore di Francesco Serio, l’avvocata Roberta Minotti, ha chiesto per la seconda volta la scarcerazione del suo assistito. "Chiedo la revoca della misura cautelare per il concorso in omicidio perché sia le parole del pentito che le indagini a riscontro escludono la partecipazione di Serio nell’uccisione di Astrit Lamaj e lo dimostra anche il fatto che, quando è stato chiamato a presentarsi dove volevano commettere l’uccisione, lui neanche sapeva il motivo per cui era stato chiamato", ha dichiarato la legale, a cui la Corte di Assise ha già negato una volta la medesima istanza sostenendo che fosse prematura. L’avvocata ha chiesto in subordine gli arresti domiciliari ol’obbligo di firma. Contrario il pm Rosario Ferracane: Serio era presente.

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