L’inchiesta Lega tra due Procure

L’indagine milanese su Lombardia Film Commission incrocia quella di Genova sui soldi del partito

C’è il nome del manager bergamasco Angelo Lazzari, nelle carte dell’inchiesta milanese sul caso Lombardia Film Commission e i fondi neri della Lega. Un nome che da alcuni passaggi degli atti sembra legare l’indagine milanese a quella dei pm di Genova per riciclaggio sui famosi 49 milioni di euro spariti.

In un’informativa del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, depositata nell’inchiesta dell’aggiunto di Milano Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, si segnala che Lazzari, oltre ad essere rappresentante legale di Iris Fund Sicav-Fis, con base in Lussemburgo, è anche "socio unico di Ivad sarl (Lussemburgo) e socio di minoranza di Sevenbit srl, società risultate coinvolte - annotano gli investigatori - nelle indagini sul riciclaggio dei fondi del partito “Lega Nord“ da parte della Procura della Repubblica di Genova".

E il "nominativo di Lazzari", si legge ancora, è emerso anche "nel corso dei preliminari accertamenti eseguiti" nell’inchiesta milanese, che ha portato ai domiciliari tre contabili di fiducia del Carroccio, "in relazione alla compagine societaria di un’altra società risultata partecipata e amministrata" da Alberto Di Rubba, l’ex presidente di Lombardia Film Commission e direttore amministrativo per la Lega al Senato, arrestato. Ossia la Taac srl, una delle società "veicolo" attraverso le quali sarebbero passati gli 800mila euro drenati con la vendita gonfiata di un capannone a Cormano per la Lombardia Film Commission. Taaac "domiciliata presso lo studio commercialista di Scillieri", altro professionista arrestato. E la Taaac "è risultata indirettamente controllata da Prima Fiduciaria spa, attraverso l’interposizione di svariate imprese, due delle quali riconducibili a Lazzari: Ivad srl (Lussemburgo) e Sevenbit srl", la stesso società coinvolta nell’inchiesta genovese. Il nome di Lazzari, inoltre, era venuto fuori tra gli indagati, a vario titolo, per truffa e autoriciclaggio in un’altra indagine milanese che a fine 2018 ha portato agli arresti di tre dirigenti di Sofia Sgr, sottoposta a commissariamento dalla Banca d’Italia.

Nel frattempo Di Rubba e Manzoni, hanno fatto istanza al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca dei domiciliari.

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