"L’energia di Milano ci aiuta a studiare"

La scelta degli universitari fuori sede che hanno deciso di restare a vivere nel campus del Politecnico

Studenti al Campus

Studenti al Campus

 

"Siamo rimasti a Milano per la forza e l’energia che ha questa città". È la storia degli studenti fuori sede che vivono all’interno dei nove Collegi universitari di merito milanesi. I ragazzi, con l’arrivo della seconda ondata di coronavirus, hanno scelto di non tornare a casa ma fare gruppo e rimanere nel capoluogo meneghino. "Studiare a Milano è un sogno che si è realizzato - racconta la 18enne studentessa di ingegneria gestionale, Benedetta Catanzariti del collegio Viscontea di fondazione Rui -. Ho scelto il Politecnico per la sua fama e qualità. Quando sono arrivata qui a settembre da Reggio Calabria ero consapevole della possibilità di un nuovo lockdown ma questo non mi ha fermata, anzi". Nonostante l’emergenza sanitaria, i Collegi universitari di merito lombardi hanno registrato un aumento nelle richieste di ammissione pari al 12%, un dato che rispecchia il trend in crescita delle immatricolazioni degli atenei milanesi. "All’interno delle strutture si riesce a raggiungere livelli di indipendenza che a casa non si avrebbero mai e ci si può comunque sempre confrontare con i propri compagni" ribadisce Catanzariti. L’uso obbligatorio delle mascherine nelle aree comuni, il gel igienizzante e il continuo rispettare le norme in materia di distanziamento sociale non hanno fermato le attività dei ragazzi.

"Anche quando la Lombardia era zona rossa, abbiamo continuato a studiare all’interno delle aule studio rispettando tutte le prescrizioni – sottolinea Francesco Catanzariti, fratello di Benedetta, studente del secondo anno di economia e finanza della Bocconi e ospite del collegio Castelbarco di Fondazione Rui -. Nonostante io e mia sorella vivessimo qui non ci siamo visti, all’interno della struttura tutti siamo stati responsabili". La Conferenza dei collegi universitari di merito è un ente non profit che riunisce i 52 collegi italiani riconosciuti dal ministero della Ricerca e dell’Università, tra cui i 17 lombardi.

Gli studenti all’interno della Regione che vivono in queste strutture sono oltre 1300 su 4500 e quasi la totalità ha scelto di non tornare a casa durante l’emergenza. "Ho deciso di rimanere a Milano e non me ne pento – è sicuro il 19enne Leonardo Mantuano arrivato all’interno del Camplus Città Studi dalla provincia di Cosenza e studente di ingegneria dell’automazione al Politecnico -. L’ho fatto per un senso di responsabilità verso i miei cari e perché rimanere qui mi ha permesso di seguire le lezioni, anche se in remoto, come se fossi stato all’interno dell’Ateneo vista la presenza dei miei compagni". La giornata tipo dei ragazzi è scandita dagli orari dei pasti: la mattina dopo essersi svegliati c’è la colazione, nel mentre vengono effettuate le pulizie all’interno delle stanze e gli studenti possono seguire le lezioni a distanza o studiare negli spazi comuni.

Terminato il pranzo "possiamo tornare in camera – entra nel dettaglio Benedetta Catanzariti – o rimanere in aula studio. Dopo cena non ci siamo privati di momenti di collettività nonostante il Covid-19 organizzando cineforum e dibattiti di attualità sempre nel rispetto delle norme". "Ora torneremo a casa per Natale sì – ammette Mantuano –, ma con un occhio di riguardo verso la situazione epidemiologica. Chiusi all’interno dei collegi il legame tra di noi si è rinforzato ancora di più. Non vedo l’ora di tornare a gennaio nella città che mi sta offrendo le opportunità più importanti della mia vita e ripartire con lei dopo questo periodo buio".

Federico Dedori

 

 

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