L’auto è cambiata Non bisogna demonizzarla

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Cesare

Quacquarelli*

Io penso che la mobilità individuale attraverso l’automobile non si potrà azzerare e neppure limitare fortemente. La situazione che stiamo vivendo da quasi un anno ha portato le persone a preferire gli spostamenti solitari a quelli collettivi sui mezzi pubblici: tanti si sono orientati verso bici e monopattini, ma anche verso l’auto. Che non è da demonizzare, visto che sta cambiando il modo di concepirla: c’è sicuramente un utilizzo del mezzo più intelligente e un’attenzione all’ambiente come mai prima. Se è giusto limitare le vetture più inquinanti, è un grosso errore mettere un freno all’automobile in generale, perché le vetture a basso impatto ambientale sono il futuro. Ricordiamoci che non tutti possono utilizzare bici e monopattini o, semplicemente, non vogliono: la libertà di movimento deve esserci per tutti, e tutti devono essere liberi di poter usare l’auto senza dover per forza essere ostacolati. Deve esserci una giusta convivenza tra utenti della strada. Tra l’altro, dico da mesi che chi viaggia su monopattini elettrici dovrebbe avere assicurazione e casco obbligatori: è una questione di sicurezza. Critico le scelte dell’amministrazione, che in alcune parti della città ha limitato la circolazione automobilistica rallentandola e aumentando il livello di inquinamento come conseguenza, quindi ottenendo l’effetto contrario. Il mercato dell’auto non si ferma, e anzi i clienti sono orientati a scegliere auto non inquinanti sia perché possono utilizzarle con meno vincoli e sia perché sono agevolati da incentivi statali e regionali. I costruttori, peraltro, sono tenuti a seguire delle normative molto rigide, come le Cafe (Corporate Average Fuel Economy), che impongono una media di emissioni di 95 grammi di Co2 al chilometro per ogni veicolo venduto. Per chi sgarra ci sono multe salatissime: le grosse aziende rischiano decine di milioni di euro di sanzioni. Quindi l’attenzione, naturalmente, è massima. *Titolare di concessionaria

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